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Troppe parole. Mancini doveva dare gioco e spirito: mai visti. Resta una sola certezza…

Dalle pagine di Avvenire, Giulio Peroni esamina la gara malamente giocata dai nerazzurri, mettendo in evidenza tutte le pecche di squadra, allenatore e dirigenti. Troppi proclami e poca sostanza, spiega il giornalista. Queste le sue parole:...

Alessandro De Felice

Dalle pagine di Avvenire, Giulio Peroni esamina la gara malamente giocata dai nerazzurri, mettendo in evidenza tutte le pecche di squadra, allenatore e dirigenti. Troppi proclami e poca sostanza, spiega il giornalista. Queste le sue parole:

"Sempre più brutta e sempre più in basso. L’Inter che non vince da cinque gare, ormai priva di i- dentità, di ambizioni europee e di progettualità, non è riuscita a battere nemmeno il Parma ulti- mo in classifica. Quel Parma sommerso dai problemi, virtualmente già retrocesso, che ieri a San Siro ha sfiorato più volte il colpaccio. Montagne di fischi per i nerazzurri che per “punizione” salteranno le ferie pasquali. Finisce 1-1 con autorete di Mauri su conclusione di Guarin, e pareggio di Lila. Per l’Inter la zona Europa League si allontana ancora, e adesso Mancini, che doveva dare gioco e spirito (mai visti) a questa squadra, dichiara che all’Inter per crescere «serve una rivoluzione». Concetto però immediatamente smentito da Piero Ausilio, ds del club nerazzurro. Insomma, c’è grande sintonia sotto il cielo interista. Un cielo sempre più plumbeo, che aveva accolto Mancini a furor di popolo (e di milioni) come un taumaturgo. Nell’Inter di Thohir, che sogna la sua Beneamata tra i top 10 del mondo resta per ora una sola certezza. Quella dei proclami settimanali del mister e dei suoi giocatori, sempre puntuali e mai realizzati".