Renzo Ulivieri, maestro di Walter Mazzarri, ha parlato dell'ottimo inizio di stagione del tecnico sulla panchina dell'Inter a Tuttosport:
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Ulivieri: “Con Mazzarri Inter senza limiti. Mi diceva sempre: ‘io non devo…'”
Renzo Ulivieri, maestro di Walter Mazzarri, ha parlato dell’ottimo inizio di stagione del tecnico sulla panchina dell’Inter a Tuttosport: Ulivieri, dica la verità: si aspettava un inizio così folgorante di Mazzarri all’Inter? «Io...
Ulivieri, dica la verità: si aspettava un inizio così folgorante di Mazzarri all’Inter?
«Io sì. Chi si meraviglia è perché non conosce Walter».
Già, lei è stato il suo maestro.
«Ma poi è andato avanti da solo, con le sue gambe e una testa tutta sua. Fosse rimasto ai miei insegnamenti, ora sarebbe “vecchio”. Anch’io peraltro da allora ho percorso altre strade e, come docente a Coverciano, non posso che tenermi sempre aggiornato».
Pregi di Mazzarri?
«Mah, lui è quello che vedete tutti: un ragazzo che si applica, un gran lavoratore che però studia anche tanto calcio».
Difetti?
«Non saprei, perché Mazzarri è uno che non lascia nulla al caso».
Vabbé, possibile che non ne abbia?
«Qualche consiglio in passato gliel’ho dato su come si dovesse comportare a livello di dichiarazioni con i giornalisti. Il problema è che non riusciva proprio ad avere feeling con loro. Io glielo dicevo, ma lui mi rispondeva “Io non devo essere simpatico, ma fare punti”. Ecco, con il tempo è molto migliorato nei rapporti con il mondo esterno dove non risulta più chiuso e aggressivo».
Si fosse chiamato Mazzarrinho, sarebbe arrivato prima in una grande?
«Non so. Comunque è meglio così perché ha fatto il suo percorso e un bel tirocinio che farebbe bene a tutti, anche se poi c’è chi brucia le tappe».
Dove può arrivare la sua Inter?
«Non mi porrei dei limiti, come di certo non se ne pone Mazzarri. Anche se lui non lo direbbe mai, quando allena, cerca sempre dei limiti estremi e molto spesso in carriera ha centrato l’obiettivo».
Quindi, pensa allo scudetto?
«Questo però lo deve dire lui».
L’Inter, rispetto alle altre grandi, è storicamente la squadra più difficile da allenare.
«Basta stabilire delle regole. Mazzarri da questo punto di vista ha le idee chiare e ha pure personalità».
Quanto conta non avere le coppe europee?
«Tanto, tantissimo. Per un allenatore nuovo è un grande vantaggio avere più tempo degli altri per lavorare sul campo e inculcare per bene le sue idee nelle menti dei giocatori».
C’è chi dice che in campionato l’assenza dall’Europa, possa “portare” un beneficio di una decina di punti. Concorda?
«È impossibile stabilirlo però più lavori e sei organizzato e meglio stai in campo. E i risultati positivi ne sono una conseguenza».
A febbraio, da presidente dell’assoallenatori ha tirato le orecchie a Mazzarri per l’assenza al corso di aggiornamento. Tutto passato?
«Io con lui non ho mai fatto polemiche né lui con me. Visto il rapporto che ci lega, è sempre meglio evitare. Però ci sono le regole e ho provveduto a ricordargliele».
Un consiglio?
«Non mi piace darli a nessuno. Un tempo gliene ho dato qualcuno e, dal punto di vista del comportamento con il mondo esterno, come le ho detto, mi è parso molto migliorato».
Di certo a Mazzarri lei ha attaccato il gusto per la scaramanzia.
«Probabilmente sì. Io ci ridevo, poi però vai dietro agli altri e...».E porti un cappottone invernale anche a primavera inoltrata nonostante un caldo boia...
«Sa com’è, i giocatori ti dicono “Mister, rimetta quella cravatta o quel cappotto che abbiamo vinto. Tu lo fai per farli contenti e, se vinci, inizi a crederci».
Quindi, visti i precedenti, l’Inter continuerà a fare la rifinitura prima delle gare casalinghe a San Siro ancora per un bel po’?
«Credo di sì, se sarà possibile...».
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