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CdS – Arbitri, raduno il 24 maggio per i test: il piano dell’AIA tra rischi e dubbio VAR

Il quotidiano spiega la situazione legata alla ripresa dei direttori di gara e il programma dell'AIA

Alessandro De Felice

Sei giorni di test a Coverciano o all'Acqua Acetosa a Roma a partire dal 24 maggio, poi il rientro nelle proprie abitazioni per raggiungere la sede delle partite con i propri mezzi. È questa l'idea dell'Associazione Italiana Arbitri, illustrata in call conference dal designatore Nicola Rizzoli ai 21 arbitri, 4 VAR Pro e 40 guardalinee.

Tra i temi anche il VAR: "Salette sanificate all’ozono, guanti e mascherine, divisori in plexiglas, ma anche la possibilità che si riparta senza (e qualcuno è pronto a scommettere che sarà così)" scrive il Corriere dello Sport, che racconta di un programma stilato dal preparatore Castagna per gli arbitri.

A partire dal 4 maggio, si riprenderà la preparazione fisica, gradualmente anche nei centri sportivi, insieme a video lezioni con test. Poi il raduno con i primi tre giorni di test medici e e gli altri di test atletici di idoneità. Poi arrivano i problemi: molti tra arbitri e guardalinee lavorano e sono a contatto con il pubblico, rischiando ogni giorno il contagio. L'alternativa è il ritiro blindato anche per la classe arbitrale, ma servono risorse economiche.

Nonostante le parole di Nicchi, che ha parlato di una ripartenza senza VAR, al momento si va verso la ripresa con l'ausilio della tecnologia. Sarebbe pericoloso cambiare la regola in corso e le partite a porte chiuse offrono maggiori spazi dove posizione arbitro VAR, assistente e tecnici.

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