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Vernazza (GdS): “Inter, così perdi la faccia. Insistere su Ranocchia poi…”

Il noto editorialista della Gazzetta dello Sport, Sebastiano Vernazza, ha analizzato la gara dell'Inter contro lo Sparta Praga

Riccardo Fusato

Il noto editorialista della Gazzetta dello Sport, Sebastiano Vernazza, ha analizzato la gara dell'Inter contro lo Sparta Praga: "Tutto confermato, l’Inter ha scelto di affrontare l’Europa League in modalità vergogna: puramente voluto ogni riferimento al titolone della Gazzetta di due settimane fa («Inter, ma non ti vergogni?»), prima pagina che sottolineava la figuraccia contro gli israeliani dell’Hapoel Sheva, vincitori per 2-0 a San Siro. Ieri il bis, si fa per dire, a Praga. Nerazzurri bastonati dallo Sparta, nulla più che una buona formazione, e il sentimento della vergogna dovrebbe riaffiorare. Lo diciamo per gli esegeti che sui social, quindici giorni fa, ci accusarono di aver usato a sproposito la parola, inapplicabile allo sport. Sbagliato, cari «puristi» di Facebook e di Twitter: è doveroso provare vergogna per prestazioni sportive scadenti, specie se sfregiano la gloriosa storia di un grande club. Qui si parla dell’Internazionale, squadra che per nome e per blasone - tre Coppe Campioni/ Champions in bacheca - dovrebbe sempre onorare le coppe europee. Invece Frank de Boer, nelle prime due partite di Europa League, ha messo in campo formazioni piene di riserve, di giocatori che all’Inter hanno fatto il loro tempo: un po’ perché voluti da Mancini, il precedente allenatore, un po’ perché in involuzione tecnica e confusione caratteriale. La scusa della lista Uefa «obbligata» vale fino a un certo punto. Emblematico il caso di Andrea Ranocchia, bruciato sulla piazza nerazzurra. Ci auguriamo di essere smentiti, e lo scriviamo senza ipocrisie, ma allo stato attuale l’insistenza su Ranocchia equivale all’accanimento terapeutico. Si consiglia di far cambiare aria a lui e a diversa altra gente. Il mercato di gennaio dirà.Non è giusto però scaricare tutto sui calciatori, anche l’allenatore olandese deve farsi carico delle proprie responsabilità. E’ inammissibile subire gol come i primi due di Praga: disorganizzazione somma, neppure tra i dilettanti si prendono reti tipo la seconda di Kadlec. Vuol dire che la didattica di De Boer ancora non ha attecchito, perché diamo per scontato che, ad Appiano Gentile, FdB alleni tutti, titolari bravissimi e riservisti scadenti. L’Europa League abbatte il credito guadagnato con il successo sulla Juve. A proposito, nell’undici iniziale di Praga figuravano sei «eroi» della formazione di partenza nel 2-1 alla Juve: Handanovic, D’Ambrosio, Murillo, Candreva, Banega ed Eder. Non pochi, oltre il cinquanta per cento del totale. L’attenuante delle troppe riserve vale, ma soltanto in parte. Praga certifica la dipendenza da quattro giocatori: senza Miranda, Joao Mario (non in lista Uefa), Perisic e Icardi l’Inter si normalizza e sbanda. De Boer in Europa è fermo alla casella del via, zero punti in due partite, meno 4 in differenza reti. Avanti così, sarà preda di precoce euro-fallimento. "

(Gazzetta dello Sport)

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