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Inter, Vieri: “Conte il motore, spero restino tutti. LuLa come me e Recoba”

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Le parole dell'ex nerazzurro: "Per me l’Inter gioca un bel calcio, dal basso: ha vinto partite sporche, come giusto, ma altre le ha dominate"

Marco Astori

Lunga intervista concessa da Christian Vieri, ex attaccante dell'Inter, ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. Queste le sue parole sullo scudetto nerazzurro e in vista della sfida con la Juventus di stasera.

Vieri, i rapporti di forza tra Inter e Juve si sono ormai ribaltati: è sorpreso che sia successo così presto?

«Tutto nasce dall’anno scorso: l’Inter ha preso un allenatore top, ha costruito una coppia d’attacco devastante, senza scordare Sanchez. In mezzo ha cambiato con Barella ed Eriksen, cresciuti entrambi in tempi diversi. Così ha iniziato a creare una squadra solida, impermeabile, combattiva: ha centrato un traguardo importantissimo, la finale di Europa League, e questo scudetto è semplicemente il passo successivo. E meritato».

Se dovesse dire il suo uomo-scudetto?

«Non un uomo, ma una squadra-scudetto, a partire da Conte. In questa stagione ha aggiunto un Hakimi fenomenale, ha trovato qualità con Eriksen e poi a quella difesa è difficile fare gol. Per vincere uno scudetto in 38 partite tutti devono meritare un voto dal 7 in su, e invece loro l’hanno vinto in 34...».

Qual è il marchio più importante di Conte?

«La forza mentale, la concentrazione su ogni palla: e poi tutti i giocatori sono migliorati a livello tecnico. Per me l’Inter gioca un bel calcio, dal basso: ha vinto partite sporche, come giusto, ma altre le ha dominate».

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E le accuse sul gioco troppo speculativo?

«La gente vuole che faccia come Bayern, Barça o City? Non lo farà mai, giustamente. L’Inter deve essere se stessa e ha fatto passi da gigante: mi piace il suo calcio aggressivo che sa essere tecnico. Si può difendere meno bassi, ma ha vinto, quindi ha ragione».

Conte sta riflettendo sul futuro: come finirà per lei?

«Non si può parlare da fuori in questa situazione ed è inutile immaginare scenari futuri, sia per lui che per i giocatori. Mi spiace, in generale, che l’Inter abbia questi problemi perché la squadra può divertire ancora. I guai economici figli della pandemia ce li hanno tutti i club. Dobbiamo sperare che non vendano tanti giocatori: ovvio che sarebbero tutti da tenere, figurarsi il tecnico che è il motore».

Ha mai avuto con un compagno di attacco il feeling istintivo di Lukaku e Lautaro?

«Io con Ronaldo e Recoba giocavo a occhi chiusi, come fanno loro due. Il Chino mi ha fatto fare la metà dei gol, glielo dico sempre. Ed è importante stare bene fuori: lo vedi subito che Lukaku-Lautaro sono amici».

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«Abbiamo strutture simili e siamo due “mancinoni”. Se mettiamo dentro anche Adriano, facciamo il trio. A me Romelu piace perché segna, ma fa pure segnare: ne trovi pochi di attaccanti così in giro».

Non è che è un po’ sottovalutato tra i top nel ruolo?

«È uno dei migliori, stop. Lewandowski e Benzema rubano l’occhio per la qualità, ma Lukaku è lì. Ha un fisico diverso, ma “vede” come loro. Vede la porta e il passaggio».

Quanto conterà la voglia di dare il colpo del k.o. alla Juve?

«Non si va a Torino per dire: “Che bello, buttiamoli fuori dalla Champions”. Si va lì per vincere e divertirsi, con serenità e decisione, come contro la Roma e nella partita finale con l’Udinese. Non cerchi i tre punti “contro” qualcuno, ma per te, per stare sempre sul pezzo e fare al meglio il tuo lavoro».

Lei con Pirlo e Conte ha giocato a lungo: stanno davvero agli antipodi quei due?

«Come calciatori ma anche come allenatori: uno è sanguigno proprio come quando giocava e da dietro urlava a noi attaccanti di pressare; l’altro è più pacato, è un leader tecnico. La gente non lo sa, ma sono anche due simpatici, con loro si ride».

Azzardi pure: il prossimo Inter-Juve sarà con loro due in panchina?

«Non sono Harry Potter... Aspettiamo e rispettiamo le decisioni di tutti».

Le piacerebbe rivedere il pasillo allo Stadium?

«Non so se diventerà una abitudine, in Italia è tutto più difficile, ma sarebbe bello. Ranieri è stato in Premier e ci ha mostrato un gesto meraviglioso».

Uno Juve-Inter che ricorda?

«Cross di Recoba, io sulla linea di porta riesco a mandarla sopra la traversa. Di Biagio mi dice: “Ma come hai fatto?”. Gigi, non lo so ancora...».

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