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Zangrillo: “777? Il Genoa è in buone mani. Milito mi ha chiamato e mi ha detto che…”

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Alberto Zangrillo, nominato qualche settimana fa presidente del Genoa, ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport

Matteo Pifferi

Alberto Zangrillo, nominato qualche settimana fa presidente del Genoa, ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport.

Professore, come potrà conciliare i suoi molteplici incarichi professionali con la presidenza del club per cui tifa da quando era bambino? E quale sarà il suo ruolo effettivo?

«Questo è un progetto a medio-lungo termine, dove dovrò cercare il bene del Genoa assecondando i desideri della proprietà. Che ha grandi ambizioni, ma aveva bisogno di una persona che si facesse interprete dei suoi obiettivi. Dovremo essere pragmatici, domenica abbiamo fatto riunioni sino alle tre di notte. Servirà un’integrazione fra la società e la città, e pure con chi dirige politicamente la Liguria. Da tifoso, dovrò però sforzarmi di lasciare da parte le emozioni, anche se non sono qui a fare la figurina o il burattino. Il mio ruolo servirà anche a 777 per essere rappresentati al meglio nella comunità genovese».

Ha avuto consigli da Berlusconi, di cui è il medico personale o dal presidente uscente Preziosi?

«No, anche perché nel caso dell’ex presidente del Consiglio credo che abbia cose più importanti di cui occuparsi. Ho parlato, invece, con Galliani, di cui sono amico. Poiché, però, capisco che possa sembrare una cosa da pazzi fare il presidente del Genoa, voglio correre questo rischio senza che nessuno influenzi il mio operato».

Le vostre linee guida?

«Servirà discostarsi dagli argomenti degli ultimi 60 anni. Solo con una svolta imprenditoriale moderna riusciremo a fare di nuovo grande il Genoa e Genova».

Il suo ex più amato?

«Parlo di frequente con Diego Milito: quando ha saputo di questo mio nuovo ruolo si è felicitato con me e mi ha detto che lui è a disposizione. Lo ha fatto con il cuore di chi ha lasciato una parte importante di sé al Genoa e in Italia. Forse attraverseremo momenti difficili, ma bisogna che il popolo genoano continui a credere in noi in modo ancora più forte di prima. Sarà una rivoluzione, di sicuro non semplice. Serviranno tempo, sacrifici, metodo e sistema. Ma con 777 siamo in ottime mani».

Gennaio sarà il momento per rinforzarsi sul mercato.

«Qui andiamo al di fuori delle mie competenze. Di sicuro non sarebbe sufficiente avere un campione come Ronaldo o Messi se dietro a tutto non c’è la razionalità di un progetto».

Il rapporto con Shevchenko?

«Lo conobbi ai tempi del grande Milan, ci siamo abbracciati e guardati negli occhi. Un profilo internazionale come lui come avrebbe potuto accettare questo incarico senza le necessarie garanzie? Il Genoa deve diventare il veicolo per promuovere un discorso più ampio, ma che abbia la sua sostenibilità economica».

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