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Zazzaroni: “Barella non stava bene e si vedeva. Non ha ricordato lontanamente…”

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L'analisi del giornalista: "Non mi conforta, stavolta, l’ottimismo di Roberto: non sempre la speranza e la fiducia sono risorse"

Marco Astori

Tra le pagine dell'edizione odierna del Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni, direttore del quotidiano, ha analizzato così il pareggio di ieri tra l'Italia e la Svizzera: "Siamo stati brutti, sporchi e poco cattivi. Abbiamo sbagliato troppe scelte, in particolare quella del rigorista, la più importante, lasciando nuovamente il compito di risolverla a Jorginho, al terzo errore consecutivo con la Nazionale, anziché a Berardi che dal dischetto ha la freddezza e la precisone del cecchino.

Insomma, l’abbiamo buttata via in malo modo: una fortuna caduta dall’alto (e dal Var) ha provato a darci una grossa mano a un minuto dalla fine, ma non siamo stati capaci di sfruttare l’opportunità, solo in parte meritata. Poveri fin dall’inizio, noi, autori di un primo tempo sconsolante, in cui la paura di sbagliare e la conseguente, insospettabile imprecisione di battuta hanno prevalso su buone intenzioni, obiettivi e urla di Mancini. Perfino l’impegno profuso nella ripresa non ha prodotto un gioco di qualità e un numero accettabile di occasioni.

Diffuse, perciò, le insufficienze: Barella non ha ricordato nemmeno lontanamente il tuttocampista infinito dell’Inter. Non stava bene e si è notato. Locatelli, Insigne e Chiesa sono risultati fin troppo trattenuti e costantemente irrisolti e poco lucidi. Belotti non l’ha mai strusciata. Troppe volte, nei novanta minuti, ho imprecato contro chi il pallone lo passava all’indietro, consentendo alla Svizzera di organizzare la fase difensiva: impossibile sorprendere con il palleggio lento e qualche lancio lungo chi era partito con l’idea di portare a casa il pari. Non mi conforta, stavolta, l’ottimismo di Roberto: ha spiegato che la Bulgaria potrebbe anche batterla, la Svizzera. Ma non sempre la speranza e la fiducia sono risorse".