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Zazzaroni: “Battaglia presidente Lega? Il livello più basso raggiunto dalla politica sportiva”

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Intervenuto sulle colonne del Corriere dello Sport, il direttore Zazzaroni ha commentato così il derby di Milano e le vicende in Lega Calcio

Matteo Pifferi

Intervenuto sulle colonne del Corriere dello Sport, il direttore Ivan Zazzaroni ha commentato così il derby di Milano e le vicende in Lega Calcio:

"Il derby di Milano ci riporta al calcio giocato, al divertimento più puro. La battaglia per la presidenza della Lega al solito, intollerabile sfinimento: è il livello più basso raggiunto dalla politica sportiva. Dopodomani i 20 club di serie A proveranno infatti a eleggere il sostituto di Paolo Dal Pino, dimessosi a inizio mese per esigenze lavorative (si è trasferito a Los Angeles per occuparsi di Telit, dove ha investito molti denari, del mondo IOT e connected devices) e per un principio di orchite causata dalla conflittualità e dalla mancanza di visione dei dirigenti della serie A - Dal Pino aveva peraltro un grosso difetto: si era abbassato il compenso a 100mila euro lordi l’anno, troppo pochi, una vergogna.

"Quattordici i voti necessari nelle prime due sessioni per rendere valida la scelta assembleare, dalla terza ne basteranno undici, la maggioranza semplice. Conoscendo la lungimiranza e la doppiezza di alcuni manager, lunedì potrebbero prendere voti eccellenti, ancorché nulli, il laziale Giuseppe Cruciani, l’interista Amadeus, straordinariamente attuale, e il “pasionario” rossonero Pellegatti. L’area lotitiana - e lettiana - punta tutto su Gaetano Blandini, omonimo del primo vescovo siciliano ordinato presbitero nel 1867 e promotore dei nuovi orientamenti della Dottrina sociale della Chiesa cattolica (dice: che c’entra questo? Nulla). Direttore generale della Siae e fresco consigliere indipendente della Lega stessa, il sessantenne Blandini, il contemporaneo, ha ricoperto numerosi incarichi di alto profilo anche nel settore del cinema (è dunque perfetto per questa Lega): non a caso sul web e negli smartphone di molti dirigenti sta girando un’immagine in cui il Nostro, in total yellow, impugna la katana, un omaggio - attraverso Le Iene, Italia 1 - al suo film preferito: Kill Bill. Kill Bland può contare al momento su una dozzina di voti, quelli di Lazio, Verona, Atalanta, Udinese, Fiorentina, Sampdoria, Napoli, Juve, Sassuolo, Empoli, Venezia e (forse) Milan, le società che vogliono mantenere lo status quo e sono contrarie alla modifica dello Statuto ispirata dalla Federcalcio".

"Le restanti otto stanno tentando in ogni modo di trovare un presidente di garanzia più vicino alle idee di Gravina e favorevoli alla discontinuità. Per questo ieri due esponenti dell’opposizione silenziosa hanno telefonato al candidato bravo e impossibile: Guido Fienga, ex amministratore delegato della Roma, quello che gestì il passaggio da Pallotta ai Friedkin, attualmente a Dubai per lavoro. Impossibile, Fienga, perché è da tempo su posizioni distanti da quelle della maggioranza - era favorevole ai fondi, alla media company e a Sky - ma soprattutto perché non accetterebbe un incarico non operativo.  Altri nomi circolati in questi giorni, quelli di Antonio Romei della Sampdoria e di Umberto Gandini, ex Milan, presidente della Lega Basket, uno perbene. Entro il 15 la Lega dovrà adeguarsi al nuovo statuto, altrimenti sarà commissariata da Gravina che, dopo l’uscita di Dal Pino, a lui vicinissimo, e il no al cambiamento, ha con l’assemblea lo stesso rapporto di Gargamella con i Puffi".

"La serie A sta vivendo una crisi di risorse, qualità tecnica (talenti), risultati e appeal (l’aspetto più preoccupante) senza precedenti e la pandemia c’entra relativamente: il movimento si regge in piedi solo grazie ai diritti televisivi che, visti i risultati della stagione in corso, sono a forte rischio deprezzamento.  «Credo che il futuro sia di nuovo il passato che entra attraverso un altro ingresso», scrisse Arthur Wing Pinero in “Ala”, il suo capolavoro, volendo forse ispirare le strategie di via Rosellini".

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