Cristiano Ronaldo, ad esempio, fa un salto ogni mattina in banca per verificare che gli abbiano “bonificato” il quantum. Non è una battuta: il contratto multimilionario con l’Al-Nassr prevede il versamento quotidiano di una porzione dell’ingaggio. Poco tempo fa i pagamenti all’ex allenatore del Tottenham Espirito Santo, ora all’Al-Ittihād, risultavano in ritardo di un paio di mesi. Nessun problema: succede nelle migliori famiglie. I nostri club se ne fanno un vanto. A Messi, che ha scelto la Florida, gli arabi hanno appena garantito 25 milioni soltanto per promuovere l’immagine del Paese. Al portafoglio ha pensato anche il trentacinquenne Benzema che ha lasciato il Real per una montagna di petrodollari (anche lui all’Al-Ittihad).
La Saudi Pro League, che con 55 milioni si è portata via Ruben Neves, ha attratto, tra gli altri, Felipe Caicedo, Mudasiru Salifu, Talisca, Quaison, Mitrita, Krychowiak, Gerson Rodrigues. Helder Costa, Cikalleshi, e si appresta ad accogliere Kalidou Koulibaly e fors’anche Kanté e Lukaku, Aubameyang e Bernardo Silva. A tanti sì comincia ad aggiungersi qualche no, grazie. Il primo e più rumoroso è stato quello di Luka Modric. L’ha imitato Sergi Busquets: era nel pacchetto Messi, ma dopo il rifiuto di Leo ha preferito declinare l’invito. L’ex Udinese Silvan Widmer, capitano del Mainz, è appena diventato l’idolo di molti di noi dichiarando che non andrebbe in Arabia nemmeno per tutto l’oro del mondo: «Il denaro è sempre stato un problema nel calcio professionistico» ha spiegato «ma sta diventando sempre più importante. Dobbiamo evitare che i giocatori vengano spinti avanti e indietro come tessere del domino. Io non andrei neppure per 200 milioni». Un supervaffa".
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