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Ausilio: “Vogliamo stare lassù. Icardi? Non conta la clausola, vuole l’Inter. A gennaio…”

Il ds dell'Inter Ausilio parla del grande momento della squadra dagli studi de La Domenica Sportiva

Francesco Parrone

Il direttore dell'Inter, Piero Ausilio, è ospite de La Domenica Sportiva dove ha commentato la vittoria di oggi contro il Chievo e la grande stagione degli uomini di Spalletti svolta finora: "Si sta bene, indubbiamente. Nello stesso tempo sono molto realista come tutta la società e l'allenatore. E' stato fatto indubbiamente un buon percorso, però poi da qui a maggio c'è ancora tata strada, soprattutto quest'anno d'avanti corrono tutti. Abbiamo visto anche la Lazio, questa sera, tra il primo e il quinto posto si rischia in due settimane di cambiare tutte le valutazioni. Oggi siamo stracontenti e fiduciosi, siamo lì e nessuno ha voglia di scendere".

GOL DI ICARDI PERISIC AL CHIEVO - "In effetti per Icardi la difficoltà era enorme perché si è allargato un po' troppo e lo spazio che aveva a disposizione per far gol era era limitato però non è la prima volta, non è una sorpresa per noi. Se è questo Icardi? Lo conosciamo e potrebbe essere anche migliore, ha soltanto 24 anni e pensare che sia arrivato al massimo sarebbe sbagliato. E' un ragazzo che ha voglia di crescere e lavorare, può migliorare tanto ancora. 3-0 di Perisic? Ce n'erano due da soli che chiedevano palla (ride ndr), me lo solo rivisto. Sicuramente è stato importante la posizionamento di Perisic, nonostante il risultato fosse positivo lui era lì a fare la fase difensiva e poi ha fatto un gran gol. Aveva anche la soluzione per un passaggio al compagno".

MERCATO DI GENNAIO - "Noi abbiamo le idee chiare in questo senso. Il mister in settimana approfittando dell'assenza di Miranda e di Gagliardini per squalifica, aveva lanciato un messaggio attraverso il proprio profilo social 'giocheranno anche domenica i titolari'. Un messaggio che significa che all'Inter sono tutti titolari.  C'è chi ha giocato di più, chi di meno, sono state fatte delle scelte ma come ha detto Spalletti, oggi non ha mai bocciato nessuno. Tutti hanno avuto delle opportunità, oggi è toccato a Ranocchia che non giocava titolare da un anno, ha dimostrato quanta qualità, valore, ha questo ragazzo. Ha fatto una partita dal punto di vista tecnico impeccabile. Anche Santon stesso... Spalletti sta costruendo una squadra, ma questo si fa con il lavoro quotidiano, con un lavoro che viene fatto soprattutto in allenamento tutti i giorni. Questo è un gran gruppo, al di là di quello che sarà a fine stagione, ma questo posso dirlo senza problemi già oggi. Stanno bene insieme, lavorano bene insieme, hanno piacere, si aiutano. C'è chi gioca prima, c'è chi gioca subentrando, c'è anche chi non sta giocando in qualche partita. Oggi sono entrati Dalbert e Karamoh sul 4-0 con spirito e leggerezza di far bene, come se il risultato fosse ancora in bilico, perché hanno piacere a far parte di questo gruppo. A gennaio? Noi pensiamo che la forza sia soprattutto il gruppo, quindi non abbiamo tutta questa voglia di andare a fare a gennaio chissà che cosa. Questa è una squadra che può essere migliorata solo con un grande campione e non mi risulta che ci siano sul mercato a disposizione grandi profili. I nostri, sono giocatori forti e vogliamo andare avanti con loro".

RITORNO IN EUROPA - "L'Inter deve giocare le coppe, deve giocare quella più importante. Il posto normale che l'Inter deve occupare è la Champions League, quest'anno lo prendiamo come un anno di lavoro e programmazione, abbiamo l'obiettivo importante del campionato e c'è anche la coppa Italia. L'anno prossimo il piacere dell'Inter è giocare ogni tre giorni, assolutamente...".

LOTTA AL VERTICE E GRANDE RITMO -"Sopra i 90 punti ne puoi vedere una, come è successo con la Juve. E' un ritmo pazzesco, troppo elevato che non esiste in nessun campionato europeo. Ci sono in Italia cinque squadre che stanno viaggiando veramente fortissimo, forse ce ne sono altrettante 5-6 che stanno viaggiando in maniera estremamente lenta".

ICARDI E L'INTER ATTUALE -"Icardi, che continua ad avere il rendimento che ha sempre avuto negli ultimi anni, è una forza di questa squadra. Ci sono altri giocatori come lui, tipo Perisic e Candreva; lui ancora non ha segnato ma ha fornito assist e sta facendo prestazioni importantissime. Ci sono i centrocampisti, i difensori come Skriniar che ha fatto già tre gol. Sapere che una squadra non dipende solo da un giocatore, significa che è cresciuta e vuol dire che c'è un lavoro dietro, che ha a disposizione tante risorse e possibilità. Sicuramente è più completa...".

FUTURO DI ICARDI -"Non penso che in questo momento ci sia il bisogno di convincere Icardi a legarsi ulteriormente all'Inter. Lui ha un contratto abbastanza lungo, ma più che il contratto, conta molto la volontà e sentirsi importante con questi colori. Icardi si sente il capitano dell'Inter, vuole essere il capitano dell'Inter e vuole vincere con l'Inter. Questo è più importante di tutte le altre cose che poi sono legate al suo contratto, alla clausola che fino a un anno fa sembrava essere monstre. Il Real ha bussato? No assolutamente, di cose se ne sentono tante ma per il Real il problema potrebbe essere convincere un giocatore come Icardi a lasciare un progetto come quello dell'Inter di cui si sente parte, protagonista e capitano. Sfida in coppa Italia con il Pordenone? E' una favola ma le favole devono pur terminare".

SITUAZIONE MILAN ED ESONERO DI MONTELLA -"Da fuori è sempre difficile. E' successo anche a noi in passato ma tutte le esperienze sono diverse, le stagioni sono diverse, le situazioni sono diverse. In genere quando vuoi esser serio, cerchi fino all'ultimo di difendere la scelta che poi è una scelta che hai fatto tu come società e dirigenza. Quindi, Montella era l'allenatore del Milan perché la dirigenza rinnovò il contratto a giugno, quindi in quel momento c'era la fiducia. Alla fine si cerca di trovare una soluzione quando le cose non girano, fai tutte le analisi di questo mondo, ti confronti, ma poi ti rimane solo una la soluzione che è quella più facile: cambiare un allenatore, non cambiare 20 giocatori e magari non cambiare tutta la dirigenza. E' l'allenatore quello che paga di più. Se le scelte che facciamo le prendiamo insieme all'allenatore? Assolutamente sì...".

PAURA DI HIGUAIN? -"Paura mai, nel calcio non ci deve mai essere paura. C'è tanto rispetto per lui ma c'è rispetto per tutta la squadra. Indubbiamente in questi anni ha dimostrato di essere la più forte ma troverà un'Inter che renderà la vita parecchia dura. E' bella la sfida, è bello che sia Juve-Inter. E' il derby d'Italia che arriva in un momento particolare del campionato, arriva con una classifica particolare, quindi già di per sé è una partita che si racconta da sola e con questi risultati diventa 'la partita'".

DIFFERENZA TRA ICARDI E HIGUAIN -"Penso che Higuain abbia completato il percorso, parliamo di un giocatore di 30 anni. Icardi invece ha uno sviluppo, ha ancora 6 anni d'avanti a sé di crescita e di miglioramenti. Higuain, soprattutto rispetto al primo Icardi, sicuramente partecipava di più alla manovra, era un giocatore che collaborava fuori dall'area di rigore. Il nuovo Icardi si avvicina molto a questo Higuain, ma Icardi in area di rigore penso che non abbia eguali al mondo. Chi mi tengo fra i due? Mi tengo il mio".

ANCORA SU JUVE-INTER - "Non è decisiva, è importante come tutte quelle che abbiamo giocato fino ad oggi. Noi abbiamo ragionato settimana dopo settimana, non è una questione di nascondersi o non puntare a un obiettivo più importante di quello che la realtà dice. Noi abbiamo sempre ragionato per i tre punti, ogni domenica giochiamo per quelli. Andremo a Torino cercando di fare una partita seria, determinata, da Inter, per fare il possibile a portare a casa questi tre punti. Poi la conseguenza di questa eventuale vittoria vedremo quale sarà. Non è mai stata una partita come le altre Juve-Inter, però in un campionato così lungo non è una partita che può essere definita decisiva per quanto importante, per quanto di grande qualità per quello che sono i calciatori in campo, gli allenatori, i tifosi e tutto quello che rappresenta questa partita. Ma è comunque una gara che vale tre punti come le altre...".

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