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Chiudete quel…Cancelo: terzino, regista, uomo-assist. Inter, non hai scelta…

Joao Cancelo, da quando è stato promosso titolare, ha fornito prestazioni sempre in crescendo: il terzino merita la riconferma

Daniele Mari

"Ora è felice. E' contentissimo dell'Inter, di Milano, la sua famiglia è felice. E' stato sopportato bene nel suo momento difficile, ora è perfettamente integrato". Parole e musica di Luciano Spalletti nella conferenza stampa pre-derby. Argomento: Joao Cancelo. Il terzino portoghese ha avuto mesi complicati all'Inter, inutile negarlo. Prima l'infortunio, poi le difficoltà tattiche di inserimento, la saudade di Valencia e del Valencia, i problemi della squadra nerazzurra e la paura di perdere il Mondiale, la richiesta di cessione a gennaio. Tutto in rapida successione.

Sembrava un amore impossibile da far sbocciare, invece Cancelo e l'Inter si sono annusati, si sono studiati, si sono osservati fino a fine 2017 e poi è scoppiata la passione, proprio durante la crisi generale. Una passione che è andata crescendo mese dopo mese, partita dopo partita. Il muso lungo di Cancelo, più volte ripreso da Spalletti a inizio anno per la tendenza alla malinconia da panchina, ha lasciato spazio ad un sorriso convinto, a giocate d'alta scuola, ad assist continui, persino un quasi gol direttamente da calcio d'angolo. E soprattutto ha lasciato spazio alla consapevolezza, una doppia consapevolezza: Cancelo ha capito di poter diventare un grande giocatore anche all'Inter, anche nel calcio italiano così tattico e poco propenso a lasciare libera la fantasia, l'Inter ha capito di aver fatto finalmente bingo su una delle due fasce.

Cancelo è un terzino ma non solo: spesso avvia l'azione, quasi da regista, la rifinisce con assist continui, Spalletti ha addirittura 'sacrificato' Candreva facendolo spostare verso il centro per dare libero sfogo alla corsa del portoghese, travolgente in alcune discese sulla destra: piede raffinato e un'arroganza quasi eccessiva nel non voler buttare via la palla, qualunque sia la zona di campo in cui si trova.

Il riscatto è più complicato di quanto sembri: il giochino "vi diamo Kondogbia e 10 mln e ci date Cancelo" è facile solo sulla carta. C'è il solito, stramaledetto fair play finanziario con i suoi artifici, un bilancio da chiudere in pareggio, un riscatto da esercitare senza chiedere il permesso solo entro il 31 maggio, data tremendamente vicina e soprattutto legata al bilancio di quest'anno, già in affanno.

L'Inter sta lavorando, c'è la volontà di arrivare a dama con il Valencia, magari posticipando i riscatti, magari trovando una formula che dilazioni il pagamento: insomma, si sta lavorando. Ma la società è con le spalle al muro, direi fortunatamente con le spalle al muro: Cancelo non ha giocato bene qualche partita, mettendo il club nella classica situazione di dubbio sul valore dell'operazione. Cancelo è diventato un pilastro di questa Inter, un valore aggiunto: per questo dico che la società è spalle al muro. Non ci sono dubbi: Cancelo merita il riscatto, tocca ad Ausilio, Antonello, agli uomini Suning trovare gli incastri giusti per far felice l'onnipresente Uefa, magari con la carta Champions da potersi giocare. Ma Cancelo va riscattato. "Non c'è altra strada", direbbe Spalletti.

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