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Dalbert: “L’Inter la mia rampa di lancio, per me è tutto. Giocare qui significa…”

Le parole del terzino brasiliano

Marco Astori

Ospite del consueto programma di Inter TV "Inter Player One, Dalbert Henrique ha parlato del suo momento in nerazzurro, ma non solo. Queste le parole del terzino brasiliano.

IL CALCIO E L'INTER - Il calcio per me è tutto, è la mia vita, quello che mi sprona.  Per me l'Inter è stata una grande rampa di lancio. E' stata la mia più grande fortuna e in questo memento per me è tutto: nella mia famiglia tifiamo tutti per l'Inter. Mi piace molto ed è emozionante giocare qui. Mi ha seguito molto mio padre, perché giocava a calcio, ma non p diventato professionista per ragioni personali. Lui mi ha motivato abbastanza, ma il grosso l'ho imparato per strada, con mia nonna. Avevo il sogno di diventare un calciatore, e grazie a Dio sono all'Inter.

ALTRI CAMPIONATI - Non li seguo molto. A volte seguo il Brasile: mi piace seguirlo, ma non tanto. Il campionato inglese, spagnolo, francese, ma non tanto.

COMPAGNI CON CUI HAI LEGATO - Mi torvo bene con tutti. Con Miranda, è brasiliano. Con Joao Mario, parliamo la stessa lingua. Con Keita. Mi trovo bene con tutti, nello specifico direi Miranda e Joao Mario per la lingua.

L'ITALIANO - Parlo un po', ma per le interviste è difficile perché mi mancano alcune parole. Ma riesco a parlare con i miei compagni, capisco tutto quello che mi dice l'allenatore. Miglioro sempre e tornerò a studiare per migliorare ancora.

CALCIO ITALIANO E BRASILIANO - La differenza è che qui c'è organizzazione: c'è tattica, tutte le squadre sono forti tatticamente. La velocità è diversa, qui c'è molta intensità. Il calcio brasiliano è molto ballato, quello italiano è più tattico, più duro. Un terzino deve difende bene, ma oggi fa la differenza offensivamente: con un assist, con un gol. Prima era più importante la fase difensiva, oggi sono importanti entrambe. Ho imparato tanto sul calcio italiano. Sto migliorando tanto, ma non c'è qualcosa in cui ho difficoltà. Mi trovo bene qui, anche la mia famiglia.

SE NON AVESSI FATTO IL CALCIATORE - Professore di educazione fisica. Un altro che gioco che facevo in Brasile? Ce n'erano tanti, come nascondino, che sono molto simpatici.

TOP FIVE - Roberto Carlos, sono cresciuto vedendolo giocare ed è il mio idolo. Poi Marcelo, uno dei migliori terzini al mondo, il migliore. Alaba, per il suo stile di gioco. Junior, che ha giocato nel Sao Paolo: lo ammiravo molto. E mio padre, sono cresciuto a vederlo giocare. Ho scelto questi cinque perché sono cresciuto vedendoli giocare: hanno fatto parte del mio padano e fanno parte del mio presente. Li ho scelti perché ne ammiro lo stile di gioco, le loro giocate, mi ispiro a loro.

I TIFOSI - E' un calore differente, motiva la squadra e me stesso a fare bene.

GLI ALTRI SPORT - Vedo molto basket, perché credo ci sia un legame con il calcio. E il football americano. In Italia mi sono adattato abbastanza bene,  anche sul campo.

LA FAMIGLIA - La mia compagna? L'ho conquistata perché sono bello, credo (ride, ndr). E' successo in maniera naturale. Vivevamo nello stesso quartiere: siccome dovevo allenarmi, lavorare e studiare, prendevo sempre lo stesso pullman. CI siamo conosciuti e ci siamo trovati bene. Ho Valentina, un dono di Dio per la mia vita. Mi ha portato motivazione, sono molto felice. Mi ha spronato molto.

NIZZA E MILANO - Nizza? Ho molto amici, mi sono trovato bene. Mi ha dato l'opportunità di mettermi in mostra nel calcio europeo e oggi sono all'Inter grazie a quella opportunità. Milano è magnifica e bella: ci sono molte cose da fare. Il momento già felice della mia vita? La nascita della figlia: ho assisto al parto e tagliato il cordone ombelicale.

EMOJI - Miranda taglia i capelli tutti i giorni, non ho mai visto un giorno senza che li tagliasse. Asamoah è un santo, è sempre tranquillo, fuori e dentro il campo. Joao Mario dice di avere 25 anni, ma in realtà ne ha 39 (ride, ndr). Biberon? Per Keita, quando perde piange molto. Ping pong? Nainggolan, gioca tutti i giorni e chiede a Brozovic.

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