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E’ l’Inter di Spalletti e si vede. Icardi strapotente, Borja Valero detta il gioco

I nerazzurri sembrano un'altra squadra rispetto alle altre stagioni. Merito di Spalletti e del centrocampo guidato da Borja Valero

Francesco Parrone

In quindici minuti l' Inter ha subito fatto sua la gara e nei 90' si sono notati ampi margini di crescita fisica e tecnico-tattica. Secondo La Gazzetta dello Sport si vede più di ogni altra cosa l’architettura di Luciano Spalletti: a macchia di leopardo si sono apprezzati possesso a uno-due tocchi, movimenti sincronizzati, una discreta tela di passaggi. La difesa sembra meno vulnerabile.

Tanta differenza poi l'hanno fatta Borja Valero e Vecino che adesso vestono la maglia nerazzurra, non più quella viola, ed è proprio lì nel mezzo che l’Inter ha preso il volo nel primo fatale quarto d’ora che ha indirizzato la partita. La conquista più importante della nuova Inter è la mobilità. Non più giocatori come pali della luce ad aspettare il pallone tra i piedi, senza muoversi per creare linee di passaggio, come accadeva nelle ultime stagioni, ma girotondi, spostamenti, interscambi, per aprire spazi e/o allargare il gioco.

Proprio il centrocampista spagnolo ed ex viola, in tutto ciò è la prolunga, l’allenatore in campo, regista movimentista con raggio d’azione da area ad area. Il giropalla fluisce sotto la dettatura dello spagnolo. Borja però ha una certa età e più di tanto in estate non dura, è faticoso reggere un ruolo tanto impegnativo. In principio di ripresa non aveva più energie e gli si è offuscata la mente. Ha sbagliato passaggi facili, ha perso nello specifico un pallone pericoloso, che ha stappato una insidiosa ripartenza viola.

Spalletti lo ha chiamato fuori e per fortuna dell’Inter si è scoperto che può esserci vita oltre Borja, perché Joao Mario, il sostituto, è entrato in partita come meglio non avrebbe potuto.

Nota positiva la prima mezz'ora del secondo tempo. Si può essere positivi e guardare alle capacità di sofferenza del gruppo oppure complimentarsi con Spalletti stesso per i cambi che hanno rivitalizzato il centrocampo, Joao Mario per Borja, come detto, e Gagliardini per Brozovic.

La squadra ha tenuto, ha mostrato valori nella sofferenza. Secondo la Rosea, si deve però essere realisti e chiedersi se la squadra sia attrezzata per un campionato di alta quota, prime due o tre posizioni per intenderci. Molto dipenderà dall’impatto dei due nuovi esterni bassi. Per essere certi di un’ Inter da primissime posizioni ci vorrebbe un giocatore top capace di spostare gli equilibri.

Se non arriverà, bisognerà aspettare gli scontri diretti. Lì si valuteranno sul serio qualità e consistenza dell’impasto di Spalletti.

(Fonte: Sebastiano Vernazza, La Gazzetta dello Sport 21/8/17)