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Eder: “L’Inter si è messa in testa lo scudetto. Cina scelta giusta, Zhang, Spalletti e Lautaro…”

L'ormai ex attaccante dell'Inter si è raccontato ai microfoni della Gazzetta dello Sport

Daniele Vitiello

L'Inter è ormai alle spalle, per cui la concentrazione è tutta sulla nuova avventura al Jiangsu Suning. Martins Eder è carico e pronto a mettersi in discussione anche in Cina dopo il trasferimento di questi giorni, come raccontato da lui stesso nell'intervista concessa ai microfoni della Gazzetta dello Sport: «Ve lo dico io: l’Inter s’è messa in testa lo scudetto. Jiangsu? Qua corrono come matti, vanno a 200 all’ora, forse giocano con meno qualità ma devo assolutamente mettermi in forma altrimenti è dura. All’aeroporto ho avuto un’accoglienza fantastica. Zhang mi ha mandato un messaggio, le strutture del club sono pazzesche, la società mi ha già trovato una casa e a inizio agosto porterò qui tutta la famiglia».

Da dove si ricomincia?

«Da tre anni con l’Inter che non dimenticherò mai. Non è stato facile andar via e mollare la Champions, ma ho fatto la scelta giusta. Avevo avuto la possibilità di arrivare in Cina già due anni fa, dopo l’Europeo. Dissi di no, non era il momento. Ora è diverso, volevo cambiare aria e non ho rimpianti».

Lei l’ha vissuta da dentro, anche se per pochi allenamenti. Che Inter sta nascendo?

«Una squadra forte, che la scorsa stagione ha creato una base di gruppo importante per l futuro. Tutti hanno remato dalla stessa parte: in uno spogliatoio si discute, certo, ma l’obiettivo finale era lo stesso».

Dove si può arrivare?

«Spalletti vuole vincere lo scudetto, non ci sono dubbi. E l’Inter deve tornare presto ad alzare un trofeo. Sono sicuro che la squadra lotterà al vertice. Sono arrivati giocatori forti, Nainggolan e Asamoah sono la dimostrazione di una società che ha in testa grandi obiettivi».

Lautaro Martinez è davvero forte?

«Ha voglia, forza fisica, qualità tecniche e carattere tosto formato in un campionato duro come quello argentino: in definitiva, ha tutto per diventare un uomo importante per il futuro dell’Inter. E poi con Icardi ha la spalla giusta per imparare. Conosco Mauro dai tempi della Samp, è incredibile, migliora stagione dopo stagione».

Quest’anno per la classifica cannonieri Icardi avrà un rivale mica da ridere...

«Cristiano Ronaldo è un colpo non solo per la Juve ma per tutta la Serie A. Occhio, però: si gioca in 11, l’Inter non è inferiore. Basterà non ripetere l’errore degli ultimi anni. Penso anche alla scorsa stagione: abbiamo perso troppi punti contro le squadre medio-piccole. Questa è la reale differenza con la Juve: se Spalletti riesce a eliminare questo difetto, l’Inter potrà giocarsela alla pari».

Cosa le ha dato Spalletti?

«Ho imparato da tutti gli allenatori, non dimentico neppure Iachini. Luciano è uno al livello di Conte. È uno che in campo insegna calcio. Io con lui ho giocato poco, ma non per questo cambio il giudizio su di lui, devo restare coerente».

Le faccio un assist: Antonio Conte.

«È differente dagli altri. È maniacale. Andatevi a riguardare il primo gol contro il Belgio all’Europeo. Ecco, per tutta la settimana precedente alla partita lui ci aveva spiegato quel movimento e la rete è arrivata proprio così. Queste sono cose che conquistano un giocatore. Tratta tutti alla stessa maniera: in Nazionale l’ho visto riprendere me e un minuto dopo Buffon, in modo identico. Non posso che ringraziarlo, mi ha fatto vivere un sogno. Tutti ci massacravano, si diceva “Ma dove può andare l’Italia con Eder e Pellé”. Eppure...».

Ventura, invece, il sogno di un Mondiale gliel’ha tolto.

«Dico solo che con Conte in panchina l’Italia sarebbe andata in Russia con la sigaretta in bocca, quanto accaduto nello spogliatoio prima di Italia-Svezia non si sarebbe verificato».

Si è mai pentito di aver scelto l’Italia?

«Mai, è il paese che mi ha fatto diventare calciatore dopo anni di gavetta. Avevo la possibilità di scegliere il Brasile, ma non ho mai avuto dubbi. In quello spogliatoio sono stato accolto alla grande da Buffon, Pirlo, De Rossi: dopo Italia-Svezia li ho ringraziati tutti, uno a uno».

Quanti gol segnerà Eder in Cina?

«Eh, vediamo...qui hanno giocato anche grandi attaccanti passati dall’Italia e non hanno fatto sfracelli, vuol dire che il livello non è basso. Comunque ci vediamo a novembre».

Scusi?

«Sì, ho già programmato tutto: torno in Italia e vengo a San Siro da tifoso».

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