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GdS – Nessuno ha investito come Suning: 370 milioni per l’Inter. Milan e Juventus…

L'inchiesta de La Gazzetta dello Sport in merito agli investimenti per le squadre della Serie A: Suning in testa

Matteo Pifferi

La Gazzetta dello Sport propone oggi un'inchiesta in merito alle modalità di finanziamento delle società della Serie A. In testa nella speciale classifica degli investimenti fatti c'è Suning.

Il gruppo di Zhang Jindong, con un fatturato da 60 miliardi, ha immesso dosi massicce di capitale nei caveau dell’Inter per ripianare le perdite, coprire gli acquisti dei giocatori e dare ossigeno alla spesa corrente: 142 milioni da aumento di capitale deliberato a fine giugno 2016 e una serie di prestiti e versamenti nei mesi successivi che, al momento, sono arrivati a circa 230 milioni per un apporto complessivo di oltre 370 milioni. Nessun altro proprietario di Serie A si è spinto a tal punto.

MILAN - L’approccio di Li Yonghong, l’altra new entry cinese, è stato differente. Nell'assemblea di insediamento alla guida del Milan, a maggio, è stato chiamato un aumento di capitale di 60 milioni (di cui 22 versati). Un sostegno superiore è giunto da Elliott, fondo speculativo statunitense: dei 303 milioni stanziati per il take over rossonero, 123 sono stati destinati al club, una parte (73) per liquidare le banche creditrici e un’altra (50) per il mercato.

LAZIO, NAPOLI E JUVENTUS - Sin dal loro ingresso in questo mondo Aurelio De Laurentiis e Claudio Lotito hanno imposto l’autofinanziamento: il primo ha versato 16 milioni nelle casse del Napoli ai tempi della C, poi basta; il secondo non ha mai dovuto supportare la Lazio. Al più alto livello c'è la Juventus che ha vinto gli ultimi sei scudetti in regime di autarchia: l’ultimo aumento di capitale, da 120 milioni, è datato 2011; nelle ultime tre stagioni sono fioccati gli utili, compreso quello particolarmente ricco che sarà festeggiato con l’approvazione del bilancio al 30 giugno 2017, grazie alla mega-plusvalenza di Pogba.

ROMA E FIORENTINA - L'autofinanziamento è un mantra ma ma non sempre si riescono a far quadrare i conti. È il caso della Roma: negli anni scorsi se l’era cavata con le plusvalenze (77 milioni netti nel 2015-16) ma nell’ultima stagione, complice l’assenza dalla Champions, Pallotta ha dovuto sborsare 86 milioni (70 in versamenti e 16 in prestiti). Non a caso, quest’estate, sono fioccate le cessioni. Lo stesso ha fatto la Fiorentina che, in nome dell’autofinanziamento, ha proceduto a una vera e propria dismissione, dopo che i Della Valle avevano deciso di chiudere i rubinetti (221 milioni versati dal 2002, gli ultimi 10 nel 2015).

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