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Gioco, personalità e alternative di livello: Spalletti coinvolge tutti nella nuova Inter

Il successo sulla Lazio lascia nuove sensazioni sui nerazzurri, ora secondi dietro la Juventus

Fabio Alampi

L'Inter vista all'Olimpico contro la Lazio è un'Inter nuova, diversa. Al di là del netto successo che permette ai nerazzurri di centrare la sesta vittoria consecutiva in campionato e di agganciare il Napoli al secondo posto, la gara di ieri sera lascia la sensazione che la squadra di Spalletti sia entrata in una nuova dimensione, e che abbia definitivamente intrapreso la strada giusta. Anche l'anno scorso l'Inter partì bene, ritrovandosi per diverse giornate in testa alla classifica, ma le differenze tra la scorsa stagione e questa sono evidenti. Un gruppo finalmente consapevole della propria forza, che ha personalità e che non aspetta più che arrivi l'episodio giusto, ma che se lo va a prendere; che non subisce il gioco avversario, ma impone il proprio. E, soprattutto, che ha nell'abbondanza di scelte la sua forza: brava la dirigenza a costruire una rosa adeguata nonostante i paletti imposti dalla Uefa, bravo Spalletti a coinvolgere tutti nel progetto della sua seconda Inter. L'ultimo esempio riguarda Joao Mario, schierato titolare contro la Lazio dopo mesi passati ad osservare i compagni dalla panchina e autore di una prestazione sorprendentemente positiva, con tanto di applausi convinti da parte dei tifosi dell'Inter al momento della sostituzione con Borja Valero: uno scenario inimmaginabile fino a ieri. A dimostrazione che tutti, allenandosi con costanza e serietà, possono avere una chance in questa Inter.

Aspetti sottolineati anche da La Gazzetta dello Sport: "Adesso provate a fare ammettere a Luciano Spalletti che l'Inter è diventata davvero una grande squadra. Lo sa, ma vi fulminerà. Non vuole voli mentali Luciano. Non ora che la squadra sa vincere soffrendo, ma anche divertendo. Che ha personalità, e la dimostra non aspettando l'episodio, ma andandolo a cercare. E che come ogni grande squadra ha una rosa ampia, dove le alternative non fanno rimpiangere i titolari e dove tutti si sentono al centro del progetto. Anche chi, come Joao Mario, sembrava un corpo estraneo in giro per Appiano. Ecco, il successo della Lazio è la vittoria delle scelte".

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