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Giù le mani da Icardi: gli errori non cancellano i numeri. L’Inter ne ha ancora bisogno

Criticare eccessivamente l'argentino è un'offesa alla stagione fin qui disputata dal numero 9 nerazzurro

Marco Macca

Sono fioccati i 4 in pagella e critiche, dubbi e risentimenti. Senza contare i rimpianti per una serata che avrebbe potuto assumere un significato del tutto diverso se solo avesse trasformato almeno uno di quei gol mangiati. Questione di centimetri, di confini sottilissimi che, secondo dopo secondo, occasione dopo occasione, ha tracciato una strada che i tifosi dell'Inter avrebbero volentieri fatto a meno di seguire. Eppure, eccoci qui, a commentare un finale di stagione pazzo, proprio come dna nerazzurro comanda. Ma che, anche dopo la gara della Lazio a Crotone, ha espresso una certezza: Spalletti e i suoi sono ancora vivi. E questo, di certo, anche grazie ai suoi gol, che durante questo campionato non sono quasi mai mancati.

Sicuramente non è stata una serata facile per Mauro Icardi. Come già gli era capitato nell'ultimo derby contro il Milan, l'attaccante argentino ha sbagliato in una delle serate più importanti della stagione nerazzurra dei gol che di solito potrebbe segnare anche bendato, viste le sue qualità innate in area di rigore, che hanno pochi eguali nel mondo del calcio. Andrea Consigli, in serata di grazia (e non è una novità quando vede il numero 9 argentino), gli ha negato almeno un paio di volte la gioia della rete, anche se Maurito avrebbe potuto certamente fare meglio. D'altronde, è stato proprio lui ad abituarci a standard ben più alti. Anche dal punto di vista della prestazione, al di là delle occasioni mancate, Icardi non ha brillato. Insomma, una partita da dimenticare, proprio quando serviva di più.

Se da una parte, dunque, le critiche e i brutti voti possono sembrare giusti sotto molti punti di vista, dall'altra paiono eccessive certe parole usate sui social e sui giornali. Bisogna saper distinguere una serata storta da un rendimento che non solo ha regalato all'Inter tanti, tantissimi punti, senza i quali la squadra di Spalletti non sarebbe nemmeno in grado di giocarsi l'accesso alla prossima Champions League in casa della Lazio, ma che hanno proiettato l'attaccante nerazzurro nella storia della società, sulle orme dei più grandi centravanti della storia interista. Non si può mettere in discussione un giocatore che, in 33 partite di Serie A, ha messo a segno 28 gol, mettendo in mostra una continuità spaventosa e che solo i grandi possono vantare.

Giù le mani da Icardi, dunque. Perché questo è il momento di mantenere lucidità ed equilibrio, e di proiettarsi alla partita che vale una stagione intera con un ambiente compatto e contraddistinto dall'unità di intenti. Stiamo pur sempre parlando del giocatore più forte della rosa dell'Inter. Su questo, in pochi hanno dubbi. E non è affatto escluso, infine, che proprio l'Inter e i suoi tifosi possano festeggiare domenica sera la qualificazione in Champions grazie a un suo gol, l'ennesimo. Sarebbe l'ennesimo schiaffo morale alle critiche e ai detrattori che non perdono occasione di provare a sgretolare un muro forte e potente.

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