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Inter, i tuoi orgogli sono diventati incubi. Ma è un’occasione d’oro: dopo la sosta c’è…

Saranno giorni in cui l'Inter dovrà ritrovare lo smalto perduto a Bergamo

Marco Macca

In un percorso di crescita, in un progetto mirato "a riveder le stelle", tanto per cominciare con una citazione ormai inflazionata nel mondo nerazzurro, gli incidenti e le cadute sono sempre dietro l'angolo, soprattutto quando ormai la salita sembra terminata. Eppure gli scivoloni sono sempre lì, nei momenti più inaspettati, proprio quando tutto pare filare per il verso giusto. Di certo, l'Inter non fa eccezione e lo si è visto oggi a Bergamo contro l'Atalanta.

Detto che il campo dell'Atleti Azzurri d'Italia è storicamente una trappola (a volte, una vera e propria sentenza) per il cammino dell'Inter, oggi è stato il classico tonfo di chi, dopo anni di sofferenze, ha ormai intrapreso il cammino per tornare definitivamente grande. Certo, le proporzioni non sono usuali: un 4-1 è una mazzata tremenda, in qualunque situazione. Arrivata, per giunta, dopo una prestazione a tratti troppo brutta per essere vera. E così, nella triste realtà di Bergamo, il tutto si è materializzato come nei peggiori incubi degli interisti. Giocare contro le squadre di Gasperini non è mai semplice, specie se il Gasp, come sempre contro l'Inter, è mosso da motivazioni comprensibili e particolari: ma, ovviamente, era lecito aspettarsi molto di più, soprattutto dopo sette vittorie consecutive in campionato.

A preoccupare di più sono stati essenzialmente due aspetti. Il primo, l'approccio alla gara: nei primi 10 minuti di gioco l'Atalanta ha segnato un gol, ma avrebbe potuto punire gli avversari anche in altre occasioni. Solo un pizzico di fortuna e un grande Handanovic hanno mantenuto a galla la soffocante squadra di Spalletti. Si può perdere, certo, nessuna squadra è imbattibile, figuriamoci una che viene da stagioni passate nel limbo delle posizioni di rincalzo. Ma l'approccio alla partita, quello no, non dovrebbe mai essere "toppato" da un gruppo che ha la mentalità per rimanere nelle posizioni di vertice fino all'ultimo. Il secondo, l'incapacità di reagire, quella che tanto avevamo ammirato nelle ultime uscite e che aveva inorgoglito tutti gli interisti in questo periodo positivo, compresa la sfida di martedì sera contro il Barcellona. L'Inter ha sempre saputo soffrire, e al contempo ha sempre saputo porre rimedio a situazioni di svantaggio. Oggi, tutto questo non si è visto. Il perché è difficile da spiegare con una sola motivazione: quando si incappa in prestazioni così negative, il più delle volte le responsabilità sono da attribuire al gruppo (e, perché no, anche allo staff tecnico) nel loro insieme. Di positivo nell'Inter oggi c'è stato ben poco e sarebbe inutile soffermarsi su un solo aspetto negativo.

Detto questo, però, è proprio ora che i nerazzurri hanno la possibilità di dimostrare a tutti di essere davvero una big o un'aspirante tale: le grandi sanno sempre rialzarsi dopo una caduta e difficilmente sbagliano due partite di seguito. Di certo la sosta complica le cose, dato che il gruppo ora si disperderà per lasciare spazio agli impegni con le Nazionali in giro per il mondo. Ma al ritorno la musica dovrà necessariamente tornare quella delle 7 partite di Serie A che hanno preceduto il buio pomeriggio di Bergamo, per non ricadere in un baratro troppo spesso vissuto dagli interisti. Sicuramente, l'impegno con il Frosinone a San Siro alla ripresa non è dei più proibitivi. Ma si sa, sottovalutare l'avversario è sempre un gioco piuttosto rischioso, specialmente se parliamo, come nel caso dei gialloblù, di una squadra in netta ripresa e che viene da un buon periodo in termini di risultati. Quindi servirà l'Inter migliore, anche per preparare il ciclo terribile che seguirà poi, con le sfide in sequenza (e in trasferta) contro Roma e Juventus.

Insomma, una sconfitta da tenere bene a mente, perché paradossalmente potrà trasformarsi in un'occasione d'oro: rialzarsi immediatamente significherà dare una dimostrazione di acquisita grandezza, di sicurezza degna di una grande squadra, di chi non sbaglia per due volte di fila. Degna di chi non vuole rivivere gli incubi del passato.

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