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Inter-Milan, condizione psicologica e classifica sono per i nerazzurri. Montella non ci sta e…

La classifica e la condizione psicologica sono favorevoli ai nerazzurri che puntano le big ma Montella vuole saldare la panchina e la sua squadra "vede" un solo risultato

Francesco Parrone

Classifica, rendimento e situazione psicologica sembrano non lasciare scampo al Milan. Di fronte c’è un’ Inter che dal 2002-03 non faceva 19 punti su 21, neanche con Mancini e Mou. Un’Inter che fin qui ha sbagliato soltanto una partita, l’1-1 di Bologna, risolvendo invece situazioni complesse (Roma) o che si erano complicate in corso (Benevento). Con quel po’ di fortuna che di solito aiuta chi vince. Secondo La Gazzetta dello Sport, i nerazzurri non sembrano ancora all’altezza di Juve e Napoli, cominciando dalla mentalità di chi si "sente" forte prima di esserlo, ma stanno crescendo: Spalletti, com’era inimmaginabile, per prima cosa ha dato un’identità precisa di sistema e interpreti. L’Inter si può quasi recitare a memoria, con soltanto Gagliardini e Brozovic che sfidano Vecino e Joao Mario per un posto.

Lo scacchiere tattico, in teoria, potrebbe suggerire a Montella un (improbabile?) ritorno alla difesa a quattro: perché l’Inter attacca con due esterni che spesso si allargano, anche se non in contemporanea, visto che Perisic taglia più spesso in diagonale e si accentra in area. Nessuno ha fatto tanti cross su azione (152) in campionato come l’Inter, e Candreva-Perisic sono tra i primi tre del torneo. Questi esterni potrebbero costringere Borini (inesauribile ma in un ruolo non suo) e Rodriguez ad abbassarsi, lasciando isolate le punte. Ma potrebbe anche essere una tattica: fin qui il Milan non ha incantato per la manovra, Biglia non è ancora riuscito — non solo per colpa sua — a gestire il gioco come nella Lazio. Si è avuta la spiacevole impressione che fosse il portatore di palla del momento a dirigere i lavori. Però le cose migliori si sono viste quando s’è chiuso bene e poi è partito in velocità: il ritmo di Kessie, le discese in dribbling di André Silva, i lanci di Bonucci (a patto che non diventino l’unica soluzione) potrebbero creare guai all’Inter.

Oltretutto se Suso — nel suo finto ruolo di seconda punta, ma più spesso sesto centrocampista — riuscisse a portarsi appresso Gagliardini, creerebbe uno spazio sul centrosinistra milanista del quale potrebbe approfittare Bonaventura in coppia con Borini. Non facile: perché questa è la zona dove va chiuso Candreva, e dove Romagnoli potrebbe essere costretto agli straordinari allargandosi a sinistra. Da capire comunque la posizione di Bonaventura che non è del tutto una mezzala: può avanzare in linea con Suso. Dipenderà da dove Montella preferisce guadagnare qualcosa a centrocampo: spostando lui Suso su Gagliardini, naturalmente, Kessie avrebbe d’improvviso più libertà di attaccare.

Sulla trequarti è una scelta che dovrà fare anche Spalletti sull’altro versante: c’è da capire quali compiti dare al trequartista centrale, se di rottura o creazione. Sicuramente il tecnico, non avendo avuto Nainggolan, pagherebbe per avere un Perrotta dietro al "9", anche se Icardi non è Totti. Joao Mario, con la sua corsa in profondità, gli somiglia un po’ ma può andare in panchina. Il croato è out. Dovrebbe toccare a Vecino che — come Brozovic — dà meno corsa ma geometrie migliori. Se la scelta è questa, Spalletti cercherà di manovrare contro una difesa apparsa fin qui incerta, e di schermare Biglia con un rivale più simile.

Infine, ma non ultimo, l’attacco. Icardi fa paura, con la più alta percentuale di realizzazione (38%) tra chi ha fatto almeno 10 tiri, e con Spalletti che sta cercando di tirarlo dentro il gioco: non sempre Bonucci è riuscito a stopparlo. Kalinic, col suo mestiere "specializzato" in area, è la soluzione di garanzia per Montella, ma oggi non c’è. André Silva, zero gol in A (solo 209’), tra Euroleaguee Portogallo ha segnato 9 gol in 9 partite: forse deve giocare per convertire la sua eleganza in concretezza sottorete. E in caso c’è Cutrone, l’unica alternativa che può cambiare la scena. Mentre l’Inter con Joao Mario, Eder, Cancelo e Karamoh ha più teoriche soluzioni.

(Fonte: Fabio Licari, La Gazzetta dello Sport 15/10/17)

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