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Inter, nessun dramma ma Spalletti ha fretta: Joao Mario è avvisato

Il portoghese dovrebbe prendere per mano la squadra in determinate circostanze, ma finora non ha sfoderato la giusta dose di carattere

Daniele Vitiello

L'Inter si gode la vetta solitaria della classifica per una notte, consapevole che - a meno di clamorosi colpi di scena - verrà superata domani, quando il quinto turno di campionato andrà in archivio con il resto delle gare. Il pareggio di questa sera a Bologna restituisce a parte del popolo nerazzurro materiale sul quale tornare ad imbastire polemiche e mugugni dopo settimane di siccità per l'impatto comunque positivo della squadra di Spalletti su questa Serie A. Contrariamente a sabato pomeriggio, al Dall'Ara la Beneamata non è riuscita a gettare il cuore oltre l'ostacolo e a prendersi i tre punti provando ad essere più forte di quei limiti che per lunghi tratti l'hanno vista patire l'esuberanza del Bologna. Difficile immaginare però che il tecnico toscano sia stato sorpreso dai rossoblu, che per canovaccio e atteggiamento ha replicato la prestazione vista con il Napoli, mettendo però in evidenza le differenze fra un calcio fondato su idee ben chiare e meccanismi rodati, come quello della squadra di Sarri, ed un'idea di gioco, quella nerazzurra, sulla quale bisogna ancora insistere per trasmetterne ogni dettaglio allo spogliatoio.

Al netto di facili isterismi, con la consapevolezza che quanto di buono fatto finora sia comunque una buona base sulla quale poter costruire una stagione degna degli obiettivi prefissati, se qualcosa si può imputare a Spalletti è il non aver dato la giusta importanza alla spia della benzina che per qualcuno era già accesa dalla ripresa del match di Crotone. Complice una coperta sicuramente troppo corta, Lucianone ha deciso di non rinunciare a Borja Valero a metà campo e Joao Mario sulla trequarti, probabilmente le due note più stonate dello spartito nerazzurro, messi in difficoltà dal pressing costante del Bologna, con il portoghese tradito anche da una cattiveria agonistica che finora fatica ad emergere e che anche lo scorso anno ha rappresentato un limite importante nel suo percorso di crescita. Rimane fondamentale però l'apporto del trequartista nel 4-2-3-1, per evitare che Icardi venga lasciato solo e per provare a creare superiorità numerica contro squadre arroccate o con una condizione fisica migliore in alcune fasi della stagione. Ancora qualche chance a disposizione dell'ex Sporting e qualche soluzione da sperimentare, per evitare che insieme a Brozovic possa finire ai margini del progetto tecnico, costringendo la società ricorrere al mercato per mettere una toppa a gennaio.

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