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Jovetic: “Sto bene al Siviglia, voglio restare. Inter? Periodo duro, Pioli e de Boer…”

L'attaccante montenegrino ha parlato del suo passato, ma anche del suo futuro

Andrea Della Sala

"A gennaio l'Inter ha ceduto in prestito Stevan Jovetic al Siviglia, il montenegrino ha avuto un impatto subito molto positivo con la squadra di Sampaoli e ha dimostrato di essere un giocatore importante per il club spagnolo. Intervistato dalla rivista ufficiale del Siviglia, l'ex giocatore dell'Inter ha parlato del suo presente e del suo passato, ma anche della volontà di rimanere in Spagna:

"SIVIGLIA - “Ho parlato con molta gente che giocò qui, con Banega, Medel, Kondogbia e anche con Nasri e tutti mi hanno parlato molto bene del Siviglia, della squadra, dell’ambiente, dei tifosi di tutto. Anche io lo seguivo, mi piaceva come giocava, è un calcio bello da vedere, con tanti gol. E’ una squadra offensiva che è la mia caratteristica e per questo ho deciso di venire qui. Ero alle Maldive com la mia compagna e mi chiamò il mio agente dicendomi che c’erano delle offerte, tra cui il Siviglia. Io gli dissi che era una buona squadra e che la Liga mi è sempre piaciuta. Sono andato a vedere il calendario del Siviglia, quando vidi il Real Madrid tre volte in 15 giorni dissi: voglio andare al Siviglia".

"FUTURO - “Sì mi piacerebbe che il Siviglia esercitasse l’opzione per me. Mi sento bene qui, sono felice e spero di rimanere".

"INTER - “Sono stati sei mesi difficili, avevo però la Nazionale dove giocavo sempre. Ho fatto 3 gol e quattro assist in quattro partite, è stato importante per me. Mi allenavo al 100 per cento e avevo anche il mio allenatore privato con cui lavoravo tutti i giorni. Per questo mi sento bene fisicamente. Non è facile arrivare da sei mesi dove si gioca poco e giocare ogni tre giorni, ma mi sento bene, sono felice, i compagni mi hanno accolto bene e voglio sfruttare questa occasione. Non ero preso in considerazione da de Boer e Pioli? Non è bello a livello mentale, ma così devi lavorare tanto e credere in te stesso. Se gli altri non credono in te non è importante. Gli altri possono credere o no in te, ma se non ci credi tu è finita. Si è visto con la Nazionale: non ho giocato per due mesi, sono andato in Nazionale e ho segnato. Ero sempre pronto, mi allenavo come non mai e sapevo che tutto sarebbe tornato prima o poi".

"FIORENTINA - “Devo tanto a Prandelli, perché ho imparato tanto da lui. E’ un allenatore molto bravo, con il quale ho giocato molto bene. Mi ricordo che nel primo anno ero molto nervoso perché non giocavo. Mi arrabbiavo con lui, ma ora ripensandoci ho capito che non ero pronto per giocare. Infortunio?Mi sono fatto male, il peggior momento della mia vita, mi dissero che dovei star fuori sei mesi, poi otto e infine undici. Ma ora sto bene e quando tornai giocai 35 partite e poi non ho avuto più problemi”. 

"(Fonte: Rivista ufficiale del Siviglia)

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