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Perisic, basta capricci: ti piaccia o no, ti serve l’Inter. Chiedi ad un amico come si fa

Nonostante le voci di mercato, Ivan Perisic è rimasto all'Inter: solo Marcelo Brozovic può fungere da esempio

Marco Astori

Il mercato invernale dell'Inter non è rimasto caratterizzato da trattative in entrata volte a rinforzare l'organico per l'immediato, se non per l'affare lampo di Cedric Soares. Un acquisto obbligato, considerando le labili condizioni fisiche di Sime Vrsaljko, mai in piena forma durante i primi sei mesi in nerazzurro. Al contrario, in merito al club di Corso Vittorio Emanuele si è parlato quasi esclusivamente della situazione legata a Ivan Perisic, che, dopo un Mondiale strepitoso, ha regalato in questa stagione più bassi che alti, e ora si è scoperto il motivo. "Beccato" in sede qualche settimana fa, è poi venuto a galla il fatto che l'esterno abbia chiesto la cessione alla dirigenza, confermando le parole rilasciate qualche mese prima a Four Four Two: "Sogno di giocare in Premier". L'offerta dell'Arsenal lo ha convinto, sebbene non sapesse che i Gunners non sarebbero stati disposti a prelevarlo a titolo definitivo: l'arrivo allo scontro con l'Inter, i compagni e l'allenatore si è confermato, alla fine, controproducente.

Questo scenario, in casa Inter, è un completo dejà-vu: anche un anno fa un croato, nerazzurro, era sul piede di partenza dopo aver applaudito San Siro in mondovisione e dopo aver rotto in maniera totale con tutto l'ambiente. Si tratta di Marcelo Brozovic: in Inter-Bologna viene sostituito dopo l'ennesima prestazione al di sotto delle sue potenzialità, scatenando i fischi di San Siro. Il numero 77 non la prende bene, e contesta la contestazione, mettendosi automaticamente sulla lista dei partenti senza aver chiesto la cessione. Emblematica è la foto nell'albergo del mercato, con tanto di trolley chiuso, pronto per accasarsi al Siviglia: ma l'intervento tempestivo di Luciano Spalletti blocca tutto, e Marcelo resta a Milano, nonostante i diversi dissensi tra la tifoseria. Peccato che, dopo poche settimane, Epic Brozo si trasforma nella colonna portante dell'Inter che conquista la qualificazione in Champions League, mettendo in campo le qualità che ha sempre avuto, ma che fino ad allora non era mai riuscito ad esprimere, vuoi per problemi di ruolo e di incostanza. Lo ha dimostrato anche la partita di ieri, nella quale il croato ha retto da solo il centrocampo dell'Inter, mettendo in campo una prova da leader assoluto in termini tecnici e tattici.

Perisic ha dunque un jolly da giocarsi: bersi un caffè con il proprio amico e connazionale e cogliere l'occasione per chiedergli come abbia fatto. La situazione è apparentemente differente, considerando che una partenza del numero 44 in estate è data per scontata: ma Ivan ha ancora cinque mesi in cui dovrà, a causa di un contratto che professionalmente dovrà rispettare, indossare la maglia gloriosa dell'Inter, che gli piaccia o non gli piaccia. La scelta serrata dell'Inter di trattenerlo potrebbe far storcere il naso a qualcuno, considerando la prima parte di stagione ampiamente deludente del croato, dopo un Mondiale giocato da protagonista assoluto: tutti conoscono il vero potenziale del giocatore, inespresso da settembre a questa parte solamente per un mal di pancia tipico di chi vuole abbandonare la barca. Ma giocare svogliato non gioverebbe, in primis, proprio allo stesso Perisic, se vogliamo parlare dell'individualità: per far sì che dalla Premier qualche altro club torni alla carica in estate, è necessario che Ivan ritorni sé stesso. In merito all'Inter, il rinnovo a 4.5 milioni a stagione è l'emblema di quanto il club lo ritenga importante e di come abbia bisogno di lui per conquistare, ancora, un posto in Champions League, che oggi non sembra più sicuro come qualche mese fa. Ecco perché, ribadiamo, una chiacchierata con chi questa esperienza l'ha già vissuta, potrebbe fargli comodo. Il tempo dei capricci è finito: Brozovic sia ora un vero esempio da seguire.

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