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Da Spalletti a Icardi, all’Inter sono tutti sotto esame. A giugno i verdetti, intanto Marotta…

Il nuovo ad dell'Inter ha difeso Spalletti e chiede una reazione alla squadra

Andrea Della Sala

Dopo l'eliminazione inattesa dalla Champions, in casa Inter è tempo di riflessioni. La squadra si concentra sui prossimi impegni e sulla partita di questa sera contro l'Udinese, la società riflette sul momento e anche sul futuro. Inevitabilmente, dopo il pareggio con il Psv, sono finiti tutti sotto esame.

"Dai giocatori, da Mauro Icardi fino all’ultimo dei panchinari, a Luciano Spalletti. E’ la regola, che piaccia o meno, che entra in gioco ogni qualvolta cambi una proprietà o uno dei massimi dirigenti. E l’Inter nelle ultime 48 ore ha messo al comando un nuovo ad, Beppe Marotta. Quando in una società arriva un nuovo capo, qualcosa cambia sempre. Basti vedere cosa è accaduto all’Inter negli anni in cui sono arrivati prima Thohir e poi Suning. Quando Moratti cedette il club all’indonesiano nel novembre del 2013, il primo a saltare - dopo qualche mese - fu il dt Branca, quindi arrivò un nuovo ad, Bolingbroke, e a ottobre della stagione ’14-15 fu esonerato Mazzarri che Thohir non avrebbe voluto sulla panchina già nell’annata ’13-14. Nell’estate 2016 avvenne l’avvicendamento fra Thohir e Suning, con la definitiva uscita di scena di Moratti e la conseguente fine del rapporto con Mancini in panchina. Arrivò De Boer, suggerito da Thohir, ma siccome al comando era arrivata Suning, al momento opportuno furono i cinesi a cacciare l’olandese e scegliere Pioli. E nel frattempo cambiarono anche diversi dirigenti, in primis proprio Bolingbroke", si legge su Tuttosport.

VALUTAZIONI - "Ieri il nuovo ad nerazzurro ha fatto il suo debutto alla Pinetina, recandosi al centro sportivo a cena insieme a Steven Zhang e Alessandro Antonello (erano già presenti Ausilio, Gardini e Baccin). Lo ha fatto per conoscere personalmente ogni giocatori e fare due chiacchiere a quattr’occhi con Spalletti, sentito telefonicamente nei giorni scorsi. Giovedì, al momento dell’insediamento, Marotta ha espresso parole di fiducia per il tecnico, messaggi chiari e, per certi versi, dovuti, visto che Spalletti ha un contratto fino al 2021 ed è in corsa per tutti gli obiettivi, dal campionato alle coppe (dalla Champions siamo passati all’Europa League). Metterne in dubbio la posizione sarebbe stato una sorta di autogol. Invece è giusto che Marotta dia supporto al tecnico, perché al di là delle possibili scelte future, è ovvio che l’ad tifi per un’Inter ancora nelle prime quattro e dunque in Champions. Poi, a traguardi raggiunti, potrà fare le sue valutazioni. Su Spalletti, così come per i giocatori che adesso avranno un nuovo interlocutore da convincere. Una parola fondamentale sulla conferma o meno di un giocatore adesso arriverà dal giudizio di Marotta".

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