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Inter, lo scandalo Marotta e l’ennesimo miracolo di Spalletti. Per Icardi una sola domanda

L'analisi di Fcinter1908.it su quanto successo ieri pomeriggio al Meazza

Daniele Vitiello

C'è solo un modo per capire quanto possa essere difficile talvolta una situazione di gioco: trovarsi dentro, viverla e provare a risolverla nel miglior modo possibile. E' questione di estro, esperienza, intelligenza e talento, tutte doti incanalate da Mauro Icardi nel tentativo morbido che dagli undici metri ha deciso Inter-Udinese. Verrebbe da chiedergli quanto pesasse quel pallone, accompagnato in rete con una delicatezza unica. La tranquillità del vero campione, in un momento di fuoco per l'Inter, considerando il passato recentissimo, con l'esclusione dalla Champions League e una sola vittoria, col Frosinone, nelle ultime sette gare. L'ultimo step di un percorso di crescita partito da molto lontano e che ha portato l'argentino a diventare sempre più leader e trascinatore, ora presente anche in fase di costruzione di insidie per la porta avversaria.

Un gesto che vale tre punti e dona sprazzi di tranquillità all'ambiente nel giorno dell'esordio in tribuna di Beppe Marotta, diventato amministratore delegato dell'Inter circa 48 ore prima. Non è di certo passata inosservata l'esultanza dell'ex Juventus al gol di Icardi, abbracciato a Steven Zhang e Javier Zanetti, proprio come fino a qualche settimana fa gli capitava con Andrea Agnelli e il simpaticissimo Pavel Nedved. Si fatica a capire lo stupore e il senso di scandalo scaturito dalla sua gioia e che ha pervaso non solo il tifo avversario, ma anche parte del popolo interista. La prima regola del vero e vincente professionista è, al di là di qualsiasi proclama, quella di sposare fino in fondo la causa di un'azienda per la quale si lavora e Marotta in questo non ha nulla da imparare da nessuno. Ci si augura di vederlo gioire sempre più spesso, magari con la stessa continuità di quanto fatto in bianconero.

Ciò che, inoltre, va sottolineato del pomeriggio del Meazza è anche la scelta di Spalletti di concedere un regalo di Natale in anticipo ai propri tifosi, assecondando quanto richiesto con sempre maggiore insistenza: Perisic in panchina, Keita dal primo minuto e Lautaro Martinez in campo prima dell'ultimo quarto d'ora di gioco. Stavolta gli applausi sono anche per il tecnico, ridestatosi dal torpore delle ultime uscite e tenutosi lucido fino in fondo nella lettura di un match che l'Inter ha meritato di vincere e che avrebbe dovuto mandare in archivio già con largo anticipo per le occasioni avute e per la qualità di gioco espressa, nonostante le varie assenze. L'ennesimo miracolo del tecnico di Certaldo porta il nome di Joao Mario, uomo in più in mediana in un periodo di emergenza, trasformato da emarginato a jolly. I detrattori prendano nota.

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