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Vecino: “Inter grande squadra, per me opportunità importante. Borja Valero e Spalletti…”

Vecino si presenta ai tifosi dell'Inter.

Simona Castellano

Matias Vecino, uno degli ultimi rinforzi arrivati in casa Inter, quest'oggi si è presentato ai tifosi nerazzurri rispondendo alle loro domande inviate sulla pagina Facebook dell'Inter.

Di seguito le sue parole:

-Avevi una squadra preferita? 

Come uruguaiano seguo altri giocatori della mia nazionale, ho visto il Chino Recoba, lui è stato uno dei più forti di questi ultimi anni, lo seguivo molto. Ho parlato con lui, ho giocato con lui in Uruguay, è stato uno dei primi a chiamarmi quando ha saputo che arrivavo qui. Lui aveva un magnifico piede che gliela faceva mettere dove voleva. Poi è arrivato a 38-39 anni ed usava solo il piede (sorride).

-All’Inter nel pieno della tua maturità calcistica? 

Sì, i prossimi anni saranno i migliori perché si arriva a un certo punto di esperienza in cui si cresce a livello fisico, tattico.

-Chi ti ha impressionato di più?

Joao Mario, già quando ci ho giocato contro. Sa fare tutto sulla trequarti.

-Debutto?

Una bellissima giornata, soprattutto perché abbiamo vinto, c'erano tanti tifosi. So che la squadra ha tanti tifosi, sarà una spinta in più.

-Ti trovi meglio come mediano o trequartista?

Ho giocato come mediano, da mezzala, ma anche dietro alla punta però non qui in Italia. Mi piace arrivare in area quando c'è l'opportunità e quando ci sono gli spazi, ma deciderà il mister dove devo giocare.

-Idolo?

Seguivo sempre chi giocava nella mia posizione. Mi piaceva Veron. Lo seguivo molto, ma anche Zidane mi piaceva. Io cerco di imparare da tutti i compagni, da tutti i giocatori. Difficile dire a chi somiglio di più.

-Soprannome?

I compagni mi chiamano Mati, Matias.

-Giocatore preferito all'Inter?

Penso Zanetti, per quello che ha rappresentato all'Inter, non solo come giocatore.

-Obiettivi? 

Voglio dare il massimo e migliorarmi, la pressione c’è sempre, ovunque vai. Io stesso ho pressione per voler fare bene. Sono in una grande squadra, questo è una grande responsabilità.

-Esultanza? 

Ancora no, meglio se no ci penso. Di solito quando segno faccio la "L" con la mano e poi bacio il nome di mio padre e di mio figlio sul braccio (tatuaggi, ndr).

-Musica? 

Ascolto un po' di tutto.

-Quando hai saputo che l'Inter ti cercava? 

Ero felicissimo, era una opportunità unica per la mia carriera, avevo l'ansia di voler chiudere in fretta.

-Borja Valero? 

È stato il giocatore con cui sono stato di più qui in Italia, quando sono ritrovato alla Fiorentina era già qui, mi ha aiutato molto fuori e dentro al campo, ho imparato tanto da lui, sa stare molto bene in campo e si adatta a tante soluzioni. Può giocare ovunque, è molto intelligente, sa cosa fare in ogni momento. Io ero sempre di guardarlo.

-Profili social? 

Twitter e Facebook.

-Prima impressione?

Molto positiva, avevo l'ansia di essere subito qui per allenarmi con i compagni.

-Erede di Cambiasso?

Lui ha fatto molto bene qui, è stato importante, spero di fare almeno un po' di quello che ha fatto lui, sarebbe una grande cosa. Io cerco di adattarmi ad ogni situazione, faccio quello che richiede la giocata e quello di cui ha bisogno la squadra.

-Giocare in uno stadio come San Siro?

Sicuramente è uno stimolo, uno stadio con tanta storia, con tanta gente, questo vogliamo come giocatori. Non sarà la prima volta che giocherò lì, quando inizia la partita dimentichi un po’ tutto e ti concentri.

-Quando hai iniziato a giocare a calcio?

A cinque anni. Prima giocavo più avanti, un po' trequartista, un po' attaccante, poi ho iniziato a giocare più indietro e in Italia ho trovato la collocazione attuale.

-Numero maglia?

Era quello che mi piaceva di più, avevo giocato con l'8, ma qui lo aveva scelto qualcun altro.

-Qual è la prima cosa che pensi di fare come Recoba?

Lui era più offensivo di me, io faccio un lavoro più di squadra, se segno bene, ma il mio compito non è quello di segnare, spero di fare grandi partite e soprattutto vincere, che è quello che conta.

-Spalletti? 

Mi ha colpito come insegna il calcio, poi la sua tranquillità, ti fa capire subito cosa fare in campo, se saremo bravi a seguirlo potremo fare grandi cose perché siamo una buona squadra. Sono abituato ad uscire con la palla. Ognuno ha la propria posizione, ma poi bisogna esercizi bravi a vedere dove c’è lo spazio libero, come puoi trovare una soluzione per il compagno. Se c’è mobilità è più facile uscire con la palla da dietro, altrimenti diventa difficile.

-Maglia Inter?

Rappresentiamo tanti tifosi, quindi per noi è una responsabilità andare in campo, sapendo che non giochiamo solo noi, ma che dietro c'è tanta gente. Spero di essere all'altezza per rendere orgogliosi tutti i tifosi.

-Calci di punizione e di rigore?

I calci di punizione ne tiro pochi, ne ho battuto qualcuno ma non tanti. Calci di rigore sì, quando serve.

-Come sei stato accolto? E dal capitano?

Bene, io e Mauro parliamo la stessa lingua, quindi è normale che si socializzi di più, con lui come con Ansaldi, Medel.

-Derby?

La partita più bella dell'anno, quella che tutti vogliamo giocare, mi immagino uno stadio pieno, magari con una nostra vittoria.

-Che impressione ti faceva l'Inter?

E una squadra fortissima, per i giocatori che aveva e per i risultati. Ho sempre trovato difficoltà, era sempre difficile portare a casa i punti e ora che sono qui spero che possiamo far sentire ancora così le squadre.

-Inter-Fiorentina?

Sarà speciale per quello che ha rappresentato per me la Fiorentina, mi ha portato in Italia, mi ha aiutato a crescere. Quando c'è stata la notizia mi allenavo lì, ma ero vicino a vestire questa maglia.

-Tournée in Cina?

C'erano belle partite da giocare, giocare contro queste squadre ti dà una carica in più ed è una opportunità per conoscere i compagni. Ci saranno sicuramente altre belle partite.

-Obiettivi di squadra? 

Una squadra come l’Inter non può mancare in Europa non mi piace parlare di obiettivi, è il lavoro in campo poi a portare a ottenere dei risultati, dobbiamo seguire il mister, abbiamo una buona squadra con giocatori importanti.

-Clima? 

C’è la carica giusta, aspettando l’inizio di campionato, vogliamo arrivare al massimo contro la Fiorentina. C’è grande concentrazione, voglia di allenarsi.

-Momento più importante? 

Ad Empoli ho trovato Sarri che mi ha messo nella posizione giusta, lì la svolta nella mia carriera. Sono tornato alla Fiorentina cambiato. L'anno all'Empoli mi è servito tantissimo.

-Punti di forza?

Faccio un po' di fatica a parlare di me stesso. Sono un giocatore di squadra, metto tutto quello che ho a disposizione dei compagni, faccio tutto quello che posso fino all'ultimo minuto.

-Roma e Fiorentina? 

Meglio affrontarle prima, dà una carica in più. Sono squadre alla fine della preparazione come noi, può essere un vantaggio affrontarle in questo momento.

-Tempo libero? 

Gioco con il mio bambino di due anni. Sto con lui e con la mia fidanzata, guardo qualche film, partita, sono molto tranquillo.

-Altro sport preferito? 

Guardo qualche partita di tennis. Federer penso sia il più forte di tutti.

-Motivazioni che ti hanno spinto ad accettare? 

Quando ti chiama una squadra così importante non devi pensarci tropo, le motivazioni si capiscono solo guardando la maglia, è una grandissima opportunità per me, una sfida che ho voluto accettare.

-Dove andrai a vivere?

Milano, penso vicino allo stadio, ma non ho deciso ancora.

-Cosa ti piace mangiare? 

La carne, l'asado. Qui a Milano ci sono buoni ristoranti. L'alimentazione comunque è molto importante, all'inizio bisogna abituarsi a mangiare le cose giuste, poi lo fai da solo.

-Giochi ai videogiochi? 

Prima giovavo di più, ora ho regalato la play a mio fratello più piccolo. Sì, mi schieravo in campo se giocavo con la mia squadra.

-Saluto?

Un saluto a tutti voi, grazie per le domande che mi avete fatto, ci vediamo presto.