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Torino-Juve, clamoroso rigore negato a Zaza. Marelli: “Sì, era penalty. Non colpa del Var perché…”

Al Torino è stato negato un evidente rigore nel derby contro la Juve

Redazione1908

Un rigore solare, per fallo di Alex Sandro su Zaza. L'arbitro vede ma decide di lasciar correre. E' successo in Torino-Juventus, partita finita 0-1 con gol vittoria di Cristiano Ronaldo proprio su rigore. Anche l'ex arbitro Luca Marelli, sul suo blog, concorda: era penalty quello per i granata:

"La trattenuta di Alex Sandro non è momentanea ma inizia col pallone in possesso di Zaza e si conclude solo nel momento in cui l’attaccante del Torino cade a terra.

Accentua la caduta? Probabile ma ormai siamo abituati a questo malcostume, peraltro comune in tutte le aree di rigore ed a tutti i calciatori.

Si obietterà: “anche Zaza trattiene per la maglia Alex Sandro (per la precisione all’altezza del braccio destro)”.

Vero ma c’è un elemento fondamentale: il pallone è nel pieno possesso di Zaza e lo stesso attaccante non esaspera la trattenuta, peraltro non impedendo l’azione dell’avversario. In ogni caso Alex Sandro non si preoccupa minimamente del pallone (anche perché non ha alcuna possibilità di giocarlo, essendo lo stesso ben coperto da Zaza) ma solo di strattonare visibilmente l’avversario, provocandone la caduta.

Dal mio punto di vista, questo è un calcio di rigore piuttosto evidente ma, purtroppo, solo da moviola nella vigenza del protocollo attuale.

Si tratta certamente di un’azione irregolare ma nel pieno controllo dell’arbitro che, pertanto, non può essere invitato alla review poiché la scelta si basa sulla valutazione soggettiva dell’entità della trattenuta.

Ancora una volta ci tocca affrontare l’idea stessa del VAR: su questi contatti non vedremo mai una “on field review“, perlomeno fino a quando il protocollo riporterà la dizione di “chiaro ed evidente errore” che (ormai è palese per chiunque) è stata interpretata nel senso di episodi sfuggiti all’arbitro (come nei tantissimi tocchi di mano oggetto di VAR).

Sono del tutto concorde con chi sostiene che, per utilizzare al meglio lo strumento, prima o poi si dovrà mettere mano al protocollo ed intaccare anche quel concetto di soggettività arbitrale che sta esageratamente limitando una tecnologia potenzialmente straordinaria".

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