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Borja Valero a dosi: l’anno scorso declassato da Rafinha, ora può essere antidoto a…

L'analisi di Ultimo Uomo dell'utilizzo del centrocampista spagnolo nella rosa di Spalletti

Redazione1908

L'esordio stagionale di Borja Valero, all’89esimo di Inter-Tottenham, non avrebbe potuto essere più positivo. L'ingresso dello spagnolo crea una pressione sempre crescente fino al gol del vantaggio. Ultimo Uomo si concentra proprio sul quel lavoro poco appariscente, che tre giorni dopo ha spinto Spalletti a rimetterlo in campo per sbloccare lo 0-0 con la Samp: "Fino a 12 mesi fa Borja Valero era uno dei punti fermi della prima Inter di Spalletti, che cercava nel possesso lo strumento per tenere il dominio del campo. Nel 4-2-3-1 nerazzurro lo spagnolo giocava mediano o trequartista, con il compito di sbloccare la manovra dal centro verso le due fasce, occupate da Candreva e Perišić. Le difficoltà incontrate nel corso della stagione hanno spinto Spalletti a cambiare l’impronta tattica della squadra. Dopo la serie di otto partite senza vittorie Spalletti ha deciso di impostare una squadra più verticale e reattiva, lasciando da parte le iniziali ambizioni. Il nuovo contesto tattico ha finito per mettere in difficoltà Borja, apparso comunque sottotono rispetto gli ultimi anni in viola".

Un Borja Valero a dosi: "Contro il Cagliari lo spagnolo è tornato titolare nel “suo” ruolo di mediano davanti alla difesa. Borja Valero ha giocato al fianco di Gagliardini e alle spalle di Nainggolan, in un reparto che spesso ruotava le posizioni per permettere la pressione alta degli ultimi due, con Borja in copertura. Lo spagnolo ha fatto una partita intelligente e matura, velocizzando la manovra in uscita, e aiutando la squadra a tenere il baricentro alto. Riducendo il suo raggio d’azione, il centrocampista nerazzurro ha mostrato le sue qualità anche in fase difensiva, reggendo al meglio l’impatto col dinamismo e l’esuberanza fisica dei cagliaritani. Le ultime settimane hanno dimostrato che, dosando l’utilizzo di Borja Valero, o inserendolo in determinati contesti – con meno campo da coprire, ma anche più libertà di movimento – lo spagnolo può tornare un giocatore importante e prezioso. Trequartista nei finali di partita – quando la squadra è schiacciata in avanti, e torna utile la sua abilità nello stretto – mediano nelle partite più “controllate”, con due giocatori dinamici a supporto".

Questione di gerarchie: "Nonostante i 33 anni, lo spagnolo resta l’unico giocatore capace di alzare sensibilmente i ritmi della manovra interista, dando varietà a una squadra che spesso rischia di impigrirsi su un gioco meccanico e ripetitivo. La sua unicità era passata in secondo piano soprattutto dopo l’arrivo di Rafinha la scorsa stagione, che lo aveva declassato nelle gerarchie. Quest’anno l’Inter sembrava volere e potere fare a meno di un centrocampista più tecnico e di controllo, sposando a pieno la propria anima di squadra intensa e verticale. In queste ultime partite però Borja Valero ha dimostrato di essere un buon antidoto alle farraginosità della manovra interista, che spesso si appoggia troppo alle invenzioni di Brozović, o agli strappi dei suoi giocatori offensivi. In questo senso l’importanza acquisita da Borja Valero potrebbe portare l’Inter a cercare sul mercato un altro centrocampista che potrebbe aiutare la fase di possesso della squadra. Nell’ultimo mese Borja Valero sta dimostrando che i calciatori che sanno giocare il pallone non passano mai di moda".

(Ultimo Uomo)

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