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Capello: “Il più difficile da gestire? Tutti pensano Cassano ma era Ronaldo perché…”

Fabio Capello al 'Football Leader 2017' ha parlato alle persone presenti

Simona Castellano

Fabio Capello al 'Football Leader 2017' ha parlato alle persone presenti, tra cui anche i colleghi di TMW che hanno riportato le sue parole.

"Come risollevare il calcio?Vorrei che ci fosse un giorno a settimana per celebrare lo sport nelle scuole, perché lo sport unisce e aiuta. Con una giornata a settimana di sport si risolvono tanti problemi. In Inghilterra vedevo bambini che giocavano e si sporcavano, creando uno spirito di squadra. Ho vissuto anche in Russia, all'estero si sente qualcosa di diverso rispetto a casa nostra. Qui in Italia ognuno ha propria parrocchia. Poi bisogna avere stadi di proprietà, altrimenti non c'è niente da fare. In Germania e Inghilterra si registrano tanti spettatori, i nostri stadi vivono ogni 15 giorni e non va bene. Lo stadio deve vivere ogni giorno. Sotto l'aspetto tecnico, bisogna aiutare i settori giovanili. Quando allenavo la Primavera del Milan, andavo nelle scuole e vedevo i bambini felici di giocare. Adesso ci sono le scuole calcio che sono un business. Questa cosa non la vedo molto bene, capisco anche i genitori che - per avere libertà - portano i bambini in queste scuole calcio. Ma alcune non sono all'altezza".

Calciatore più difficile da gestire? Tutti pensano Cassano (ride, ndr). Antonio era giovane, bravo sul campo ma matto fuori. Bisognava essere raddrizzato, in squadra c'era gente che lo faceva stare tranquillo. Il più difficile da gestire è stato il più bravo che ho allenato, Ronaldo il 'Fenomeno'. Vi racconto perché. Io allenavo il Real, lui veniva da un infortunio e si presentò a novembre per ricominciare. Pesava 96 chili, roba da pugilato. Gli chiesi quanto pesava quando vinse il Mondiale nel 2002, era 84 kg e gli chiesi di arrivare almeno a 88 kg. È stato un peccato, non voleva fare il minimo sacrificio ed è arrivato al massimo a 94 chili. Giocò tre gare in coppia con van Nistelrooy, perdemmo tutte e tre le partite. 

Come si gestisce un grande spogliatoio? Prima di tutto un allenatore deve capire dove lavora, è differente lavorare a Roma oppure a Milano o Torino. A Madrid c'era bisogno di adeguarsi alle loro abitudini, altrimenti non si riesce a fare bene. I grandi calciatori si gestiscono con severità, serenità ma soprattutto rispetto. Mi chiamano sergente di ferro, no. C'è sempre stato rispetto, non bisogna fare capricci altrimenti si manca di rispetto a me ma anche alla squadra. Se un calciatore arriva in ritardo, lo spogliatoio paga le conseguenze. Bisogna inoltre trovare i leader della squadra, che trasmettono la mentalità vincente ai ragazzi. Le squadre vincenti hanno leader positivi, che non si lamentano e trascinano i compagni. Chi si lamenta, fa solo danni. Magari contattano il giornalista amico per avere mezzo voto in più sulle pagelle. Perché il Milan è finito? Chi ha passato il testimone - mi riferisco ai vari Baresi, Maldini, Gattuso - ha lasciato una mentalità vincente, dopo di questi campioni è finito tutto. Una squadra finisce un ciclo vincente per questo aspetto. 

(Fonte: TMW)

Queste, invece, le sue parole riportate da Sky Sport 24 durante la visita alla casa circondariale di Poggioreale: “La Juve si rialzerà, perché ha struttura, forza, organizzazione, mentalità". 

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