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Dotto (CdS): “Inter, Spalletti come Rasputin e vale Conte. Meritava altro. Gli manca solo…”

L'analisi del giornalista sulla stagione dell'Inter

Marco Macca

Dalle colonne del Corriere dello Sport, Giancarlo Dotto traccia un quadro della personalità di Luciano Spalletti che, a sua detta, avrebbe meritato un trattamento diverso dall'Inter. Il giornalista si è detto convinto che l'attuale tecnico nerazzurro sia, per sapienza calcistica, al livello del prossimo allenatore dell'Inter, Antonio Conte:

"Giorni difficili per Luciano Spalletti. Tutto può accadere e non tutto sta nelle sue mani. Sinceramente? Penso che meritasse altro. Che gli si dovesse dare la possibilità di continuare il suo lavoro all’Inter. Ha fatto bene fin qui, ha realizzato gli obiettivi societari, compatibilmente con gli handicap di percorso, in parte piovuti dal cielo, in parte addebitabili a errori societari e debordamenti irrituali di uomini e donne, in parte dal formidabile talento della testa di Lucio di evocare sinistri anche là dove non ci sono. Evocandoli, li materializza. L’ho sempre detto, Luciano ha uno strapotere mentale degno di Rasputin, non a caso i due si sono idealmente riconciliati a San Pietroburgo, dove, nemmeno questo per caso, Spalletti ha trovato forse la sua casa più consona. Peccato che, ogni tanto, questo potere, lo usi a complicarsi la vita. Spalletti non ha nulla meno di Conte dal punto di vista della sapienza calcistica, della passione e della dedizione. Li differenzia solo una cosa, l’intimità col baratro, la tentazione del pensiero nero, che nell’uomo di Certaldo è prepotente oltre che debilitante. Quasi del tutto assente nell’altro. Se uno perde i capelli li rade al suolo, l’altro s’inventa una testa nuova di zecca e diventa più bello di Robert Redford. Spalletti è un uomo labirintico, è Minosse, Teseo e il Minotauro nella stessa persona. Inventa la proprio tortura e si auto-ingaggia per liberarsene. Spalletti è bello così com’è. Per essere il più grande di tutti, gli manca solo una cosa, un’Arianna che non gli faccia perdere il filo. L’altro, Antonio, va dritto alla meta, da porta a porta. È un impetuoso lucido. I calciatori lo adorano per questo: è inesorabile nel far capire quello che vuole e nel pretenderlo (...)".

(Fonte: Corriere dello Sport)

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