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Icardi: la nazionale sempre più tabù, ma non tutti i mali vengono per nuocere. Spesso…

La sosta per le nazionali è spesso digerita come un fastidio dai club e dagli allenatori

Riccardo Fusato

La sosta per le nazionali è spesso digerita come un fastidio dai club e dagli allenatori (prendete Sarri...), ma per i giocatori andare a difendere i colori del proprio paese è sempre motivo di orgoglio. Chi non viene convocato, però, rimane ad allenarsi a "casa" e per le società non può che esserci sollievo, visto che spesso le pause per le nazionali regalano infortuni. All'Inter, per esempio, non lo ammetteranno mai pubblicamente, ma il fatto che l'Argentina da due anni faccia a meno di Icardi è indubbiamente un dato in favore dei nerazzurri, che possono sempre contare sul proprio capitano e bomber al pieno delle forze, a differenza, per esempio, dei vari Higuain, Dzeko e Mertens. Icardi, però, ha una voglia matta di Argentina, nonostante a parole si dimostri sempre molto "zen", ribadendo di sentirsi tranquillo in attesa di una chiamata. Il centravanti nerazzurro sa di avere dalla sua la spinta dell'opinioni pubblica del suo paese, stufa di veder convocati da Bauza attaccanti con un curriculum scarno di gol o di esperienza limitata. L'ultimo schiaffo ricevuto - Higuain squalificato, convocato Alario - ha dato ulteriori stimoli all'argentino che ha già vinto un titolo di capocannoniere in Italia e insegue il secondo con un club come l'Inter con cui ha segnato 74 gol in 139 gare. Il traguardo di squadra (piazzamento europeo) e l'obiettivo personale (la classifica marcatori) sono due traini importanti per lanciare Icardi verso la chiamata di Bauza e l'Inter spera che il suo rendimento migliori ancora, soprattutto in trasferta dove ha segnato un solo gol (su rigore a Cagliari) da settembre in poi.

(Tuttosport)

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