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TS – Inter, tre settimane da incubo: dopo la Juve è stata caduta libera

L'Inter in meno di un mese dalla sfida scudetto alla sfida Champions

Francesco Parrone

A 21 giorni dal duello scudetto affrontato da capolista a Torino contro la Juventus, l’Inter si trova a dover giocare un altro tipo di partitissima. In palio a San Siro contro la Lazio non c’è più il primato in classifica, come il 9 dicembre all’Allianz Stadium con i bianconeri, ma la difesa del 4° posto valido per la qualificazione in Champions League, obiettivo prioritario del club nerazzurro. Icardi e compagni sarebbero al riparo da sorprese solo in caso di vittoria sui biancocelesti. Un pareggio consentirebbe alla Roma, impegnata in casa col Sassuolo, di agganciare l’Inter al 3° posto e permetterebbe alla Lazio di mantenersi in scia, considerato che la formazione di Inzaghi deve recuperare la partita con l’Udinese (stesso discorso per i giallorossi che hanno una gara in meno a causa del rinvio dell’incontro con la Sampdoria a Marassi). Una sconfitta oggi consentirebbe addirittura alla Lazio di poter mettere la freccia grazie al recupero con i friulani.

Secondo TuttoSportin tre settimane è cambiato lo scenario in casa nerazzurra. Non a caso Spalletti sta cercando di rialzare l’umore dei suoi giocatori dopo la tripla sconfitta consecutiva con Udinese, Sassuolo e Milan. L’allenatore toscano punta a rivitalizzare l’autostima del gruppo, fondata sull’ottimo inizio di stagione prima del rallentamento coinciso con l’inizio degli impegni ufficiali ogni tre giorni, complice la Coppa Italia. E l’arrivo della Lazio a San Sirosembra fatto apposta per evocare fantasmi nel mondo nerazzurro: due anni fa, quasi nello stesso periodo (era il 20 dicembre), la squadra allora allenata da Mancini perse la vetta della classifica a causa di una sconfitta interna per 2-1 con i biancocelesti. Adesso il primato è già svanito. La squadra deve difendere il 4° posto. Un copione destinato a durare fino al termine del campionato, visto il ritmo indiavolato tenuto fin qui dalla prime cinque.

(Fonte: Stefano Scacchi, TuttoSport 30/12/17)

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