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Un solo aggettivo per descrivere l’Inter di ora. Col Barcellona “pessimo” spot di Lautaro

MILAN, ITALY - DECEMBER 10:  Lautaro Martinez of FC Internazionale looks dejected during the UEFA Champions League group F match between FC Internazionale and FC Barcelona at Giuseppe Meazza Stadium on December 10, 2019 in Milan, Italy.  (Photo by Emilio Andreoli/Getty Images)

L’analisi di Fcinter1908.it a proposito di Inter-Barcellona di ieri sera

Daniele Vitiello

Il trionfo dell’incertezza nella notte dei desideri. All’Inter non è bastato il carattere delle grandi. Non contro il Barcellona, candidata concreta anche quest’anno al trionfo in Champions League. Gli uomini di Conte hanno trascinato sull’ottovolante i 72 mila del Meazza, con la nausea per le traiettorie, trionfante ai danni dell’adrenalina al 90’. Ci hanno provato i nerazzurri, sospesi tra la voglia di volare e la paura di sprofondare. Diverse le occasioni non sfruttate, prima del castigo finale. Immeritato per quanto visto stasera, un po’ meno riavvolgendo il nastro dell’intero girone. Per certi aspetti, giusto così. Con rammarico, ma anche con la giusta dose di consapevolezza di pregi, difetti e contingenze varie.

"DANNO OLTRE LA BEFFA - Nella notte del Meazza ha brillato ancora una volta la stella di Lautaro Martinez. Sotto gli occhi dei dirigenti blaugrana, quelli che lo hanno messo nel mirino ormai da settimane e che proveranno ad inserirsi tra l’Inter e l’entourage dell’argentino. L’obiettivo è quello di anticipare la firma sul rinnovo e scipparlo i nerazzurri, con ancora maggiore forza dopo quanto visto ieri. Ha dimostrato di saper fare tutto il Toro: rifinitore, finalizzatore, trascinatore. E questo non è per forza un bene per l’Inter, costretta da ora a far fronte ad offensive ancora più impetuose per il suo numero 10.

"UN SOLO AGGETTIVO - Facile descrivere l’Inter costretta a rialzarsi dopo la caduta di Champions. Incompiuta, almeno fino a questo momento. Non ci sarebbe aggettivo più azzeccato, perché i presupposti c’erano e il rammarico è grande, ma contingenze varie hanno vinto il braccio di ferro con le ambizioni. E ora tocca rialzarsi, con Fiorentina e Genoa nel mirino prima di Natale. Poi il mercato, il girone di ritorno e l’Europa League come occasione da cogliere. Di necessità, virtù. Non c’è  altra strada.

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