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Conte-Inter, zero margini di errore per evitare Lippi-bis. Perché non Mourinho? Quella parola chiave…

Gianni Pampinella

Tutti i rischi di puntare su Antonio Conte e perché invece sarebbe meglio affidare la panchina allo Special One

Voci, tante voci. Sono quelle che accompagnano l'Inter e Luciano Spalletti da almeno 3 mesi. Sulla testa del tecnico di Certaldo aleggia il fantasma di Antonio Conte e lui qualche fastidio l'ha provato nel corso del tempo e non potrebbe essere altrimenti. La citazione cinematografica nella conferenza che precedeva Inter-Chievo, aveva dei bersagli precisi: qualcuno sussurra all'esterno quello che non dovrebbe. Allora ecco che Conte all'Inter è ormai diventato il segreto di Pulcinella. Spalletti avrà anche commesso degli errori, soprattutto in questa stagione quando gli si chiedeva il definitivo salto di qualità, ma va dato il merito all'allenatore di non aver perso la trebisonda nonostante i casi Nainggolan, Perisic e Icardi che avrebbero mandato in tilt tantissimi allenatori, ma non Luciano di Certaldo. Al termine della partita col Chievo, in conferenza stampa è partito lancia in resta e ha difeso l'Inter come pochi allenatori hanno fatto dal post Mourinho in avanti. Certo, questo non basta per guadagnarsi una riconferma che ad oggi sembra impossibile, ma non va dimenticato che Spalletti è riuscito a riportare i nerazzurri in Champions dopo lunghi 7 anni di oblio. Allora perché cambiare? Qualche motivo c'è ed è sotto gli occhi di tutti: questa squadra non ha ancora fatto quel salto di qualità che ci si aspettava all'inizio di questa stagione e forse Spalletti non è l'uomo giusto per riuscire a spodestare la Juventus dal trono della Serie A. E forse è anche quello che ha pensato e pensa Beppe Marotta, l'uomo forte voluto a tutti fortemente da Suning. Con l'arrivo dell'ad era lecito aspettarsi un cambio di rotta e questo cambio ad oggi significa Spalletti via a fine stagione.

CONTE - Allora ecco le voci su Conte. Emblematica la camminata sotto la sede nerazzurra dell'ex ct in un momento clou della stagione, non una bella mossa. Da lì in avanti le voci si sono moltiplicate, fino a oggi quando il suo approdo sulla panchina dell'Inter pare cosa fatta. Naturalmente il possibile arrivo di Conte ha diviso il tifo nerazzurro: c'è chi è pronto ad accoglierlo a braccia aperte, chi altrettanto scettico continua a ricordare come un mantra l'esperienza fallimentare di Marcello Lippi. Arrivato dalla Juventus per volere di Moratti, l'allenatore di Viareggio ha fallito nonostante avesse avuto carta bianca sul mercato. Quell'esperienze non funzionò, allora perché dovrebbe funzionare con Conte? Certo, oggi il calcio è cambiato, ma alcune cose rimangono anche nel tempo. Immaginate Conte sulla panchina dell'Inter al terzo pareggio consecutivo o alla prima sconfitta a San Siro, i tifosi come la prenderebbero? Ritornerebbe ad aleggiare il fantasma di Lippi? Probabile. E poi continua a circolare quella voce, con Conte che aspetta ancora una mossa da parte della Juve. Fosse davvero così, sarebbe un motivo in più per virare su un altro tecnico dal nome spendibile.

Conte lo abbiamo visto all'opera in Italia con la Juve, ma l'Inter è un ambiente particolare, se non si riuscisse a creare quell'empatia (ecco la parola chiave di tutto), già esistente tra il portoghese e i tifosi, si correrebbe il rischio di incappare in una stagione ad alto tasso di pericolosità, si rischierebbe di incappare in un Lippi bis e ad oggi non possiamo di certo permettercelo. Soprattutto per l'investimento che Suning dovrebbe fare (quasi 100 milioni di euro contando gli stipendi di Spalletti e del suo staff), investire su un allenatore come Conte sarebbe rischioso perché avrebbe margini di errore pari a zero. La domanda è, il gioco vale la candela? Forse in questo momento no, ecco perché sarebbe meglio puntare sull'usato sicuro di nome Mourinho.