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Conte: “Voglio bene all’Inter, rispetto e ringrazio Zhang. Addio? Ecco il perché”

Matteo Pifferi

Lei è stato l’ultimo c.t. azzurro a brillare in una competizione continentale. Parliamo di Europei?

"Molto volentieri".

Come giudica la nostra Nazionale e vede qualche assonanza con la sua.

"Quando si parte in una competizione così importante c’è sempre un giusto entusiasmo. Intorno a questa Nazionale ce ne è ancora di più rispetto alla mia in virtù anche dei 27 risultati consecutivi e delle tante ottime prestazioni. C’è autostima, fiducia e si parte con il vento in poppa".

Ma questa lunghissima striscia di risultati può aver creato un eccesso di aspettative?

"Io mi prenderei l’aspetto positivo di questi 27 risultati positivi: la sicurezza nei propri mezzi, la consapevolezza di essere bravi e di potersela giocare con tutti".

Come giudica il lavoro di Mancini?

"Roberto sta facendo un grandissimo lavoro, non lo dicono solo i risultati: è riuscito a creare un gruppo convinto, entusiasta, coeso. Un collettivo che ci crede e dà tutto. Non è semplice".

Noi abbiamo certamente un’ottima squadra, alcuni avversari hanno qualche stella in più.

"Parla con un allenatore che ha sempre puntato sul gruppo e sul collettivo imposta il proprio credo. Le vittorie arrivano sempre di squadra. È il gruppo che esalta l’individualità e il talento. Col solo fuoriclasse non vinci. A meno che non si chiami Pelé o Maradona, ma quelli erano extraterrestri".

Dove può arrivare questa Nazionale?

"Ci auguriamo il più lontano possibile, poi una volta superato il gruppo a gironi bisogna essere anche fortunati negli incroci. A quel punto può succedere di tutto".

C’è qualche individualità azzurra su cui si sente di scommettere?

"Ci sono singoli con qualità importanti. Ma ripeto il concetto precedente: se funziona il collettivo allora si esalta il talento. L’abilità di Insigne nel saltare l’uomo, gli strappi di Chiesa e Berardi, gli inserimenti di Barella, la forza dei centrali Bonucci e Chiellini che restano una garanzia, la reattività e lo strapotere atletico di Donnarumma, uno dei tre migliori portieri al mondo".

Come giudica il nostro girone?

"Nessuna partita te la porti da casa, ma si può essere ottimisti per quello che abbiamo fatto vedere finora".

Dopo un anno e mezzo di pandemia c’è tanta voglia di tornare alla normalità: ci saranno i tifosi sugli spalti.

"Questo Europeo itinerante è molto simbolico. Spero rappresenti attraverso lo sport una vera ripartenza per tutti i paesi. So cosa ha significato giocare un anno e mezzo con il rimbombo della propria voce, nel deserto. Il calcio non è solo la partita di chi scende in campo, ma vive attraverso la passione e l’entusiasmo della gente".

In piedi davanti alla panchina, parte l’inno di Mameli: ci descrive cosa si prova in quel momento?

"Brividi assoluti e indimenticabili che tutt’ora sento sulla pelle se ci ripenso. Sai che rappresenti il Paese e lo senti soffiare dietro di te".

Ci sarà il suo amico Oriali accanto al Mancio.

"Mancini è a capo di tutto, ma è coadiuvato da un ottimo staff e da due figure eccezionali. Tutti sanno quanto stimi Oriali che ho avuto con me in Nazionale e nell’Inter. Il suo è un apporto fondamentale. E poi c’è Vialli che per tutto quello che è e rappresenta in questo momento è un esempio di forza, umanità, tenacia".

Nostalgia della Nazionale? Il suo è stato un percorso interrotto sul più bello.

"Avevo deciso di lasciare, dicendolo, già a marzo-aprile prima degli Europei in Francia del 2016. Mi mancava il lavoro quotidiano sul campo e approdai al Chelsea. Ho bellissimi ricordi in azzurro e, come regola di vita, preferisco tenermi quelli e non avere rimpianti".

Mettiamo in fila le favorite, oltre all’Italia?

"In prima fila Francia e Germania. Subito dietro Belgio, Spagna, Portogallo e Inghilterra".

Si aspetta novità dal punto di vista tecnico tattico?

"Sinceramente no. Tutti ormai sono preparatissimi tatticamente. Alcune recenti novità sono già state assimilate da tutti: il portiere che gioca con i piedi, la costruzione dal basso, la pressione altissima. La differenza la farà l’identità di squadra e la capacità di abbinarla alla qualità dei giocatori".

Da Lukaku ad Eriksen, da Bonucci a Barella, da Kantè a Pogba... Questo Europeo è pieno di “suoi “giocatori.

"Li seguirò tutti con grande piacere ed affetto. Devo ringraziarli, hanno accompagnato e reso migliore la mia carriera. Alcuni li ho avuti poco più che ragazzi e ora sono campioni affermati: lo vivo con grande soddisfazione".

Vedrà partite dal vivo?

"Non credo, non è semplice spostarsi, ma seguirò tutte le partite in tv".

Un messaggio per gli azzurri?

"Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte, l'Italia chiamò".

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