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CorSera – Meazza in vendita, la mossa di Sala può nascondere altro: spingere l’Inter a…

Gianni Pampinella

Per Inter e Milan la gestione di cantieri e partite sarebbe troppo onerosa e complessa

In casa Inter e Milan continua a tenere banco la questione legata allo stadio. Le dichiarazioni del sindaco Sala ("Siamo pronti a vendervi il Meazza"), non sembrano aver avuto l'effetto sperato. "La mossa non sembra però ottenere risultato. I club non si smuovono dai loro progetti: sarà addio allo stadio di San Siro. L’idea non sembra infatti scalfire le certezze delle due società, che hanno individuato negli introiti che solo una moderna arena di proprietà può garantire l’unica strada per reinserirsi nell’élite europea. E poi ci sono motivi tecnici: impossibile far convivere per anni i cantieri (invasivi) necessari a rivoltare come un guanto l’impianto con il serrato doppio calendario di sfide in campionato e in Europa", spiega il Corriere della Sera. "Normale che il sindaco provi in ogni modo a evitare e a smarcarsi dall’immagine delle ruspe al Meazza. La mossa di Sala potrebbe nascondere anche altro: la speranza di dividere l’asse rossonerazzurro. Magari riaccendendo la passione per la «Scala del calcio» che, prima di sposare i piani milanisti, l’Inter ha coltivato a lungo, fino a progettare un San Siro a tinte esclusivamente nerazzurre".

""Oggi i ricavi alla voce stadio sono distanti dalle performance della Juve e dei top club inglesi, spagnoli e tedeschi. E i cantieri al Meazza non farebbero che peggiorare il quadro. Non ci sono solo i problemi di sicurezza per la convivenza tra opere e tifosi. Tre anni di capienza ridotta causa lavori si tradurrebbero in cento milioni di perdite, è il loro calcolo. Con il rischio che il prodotto finale sia comunque lontano dai più moderni campi. Su quest’aspetto i tecnici concordano. Resuscitare San Siro non avrebbe senso. «Al di là dei costi — spiega Bruno Finzi, ingegnere strutturista, figlio di quel Leo Finzi che progettò il terzo anello — un restyling comporterebbe la necessità di abbattere il primo anello, troppo vecchio, e un intervento importante sul terzo. Le due squadre dovrebbero giocare in uno stadio monco, se non in trasferta, per almeno due anni. E il risultato non sarebbe comunque uno stadio moderno». Conferma il collega Mauro Eugenio Giuliani: «Dal punto di vista funzionale è già a fine vita. E il taglia-e-cuci non garantisce un impianto al passo coi tempi»".

(Corriere ella Sera)