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Lavoro, gol ma non solo: così Dimarco si è preso l’Inter. “E il futuro…”

Inter Dimarco
Federico Dimarco ha dimostrato di essere, con pieno merito, titolare della fascia sinistra dell'Inter con prestazioni di livello e gol

Matteo Pifferi

Protagonista assoluto del match contro il Bologna e autore di un ottimo inizio di stagione, Federico Dimarco ha dimostrato di essere, con pieno merito, titolare della fascia sinistra:

"Un piede sinistro come il suo in Italia ce l’hanno in pochi. Lasciamo e lasciate stare i paragoni illustri con i grandi del passato, ma Federico Dimarco con quel mancino è capace di disegnare traiettorie che fanno male. Conclusioni, cross e punizioni: il campionario è vasto e spesso fa male al portiere avversario. Ieri sera il ragazzo cresciuto a Porta Romana, zona centralissima di Milano, ha firmato la prima doppietta con la maglia nerazzurra e ha festeggiato con la sua gente, lui che fin dalla nascita è tifoso dell’Inter e ha frequentato spesso la Curva Nord insieme allo zio Sergio. Fede contro il Bologna aveva dentro motivazioni speciali dopo la sconfitta nel derby d’Italia perché quella dello Stadium è una gara che lui sente più delle altre. Ripensare a quel ko adesso non sarà meno doloroso, ma Dimarco e la sua Inter se lo sono messi in fretta alle spalle ripartendo con una grande prestazione e un’affermazione importante per la classifica", commenta La Gazzetta dello Sport.

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Dna Inter

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"La storia di Dimarco la conoscono tutti: le ore trascorse al negozio di ortofrutta dei genitori, i calci al pallone dati alla Rotonda della Besana, alla Calvairate e nelle giovanili nerazzurre dove è cresciuto e ha vinto diversi trofei. Lui crossava e Bonazzoli segnava: un binomio vincente che ha regalato al responsabile del vivaio Samaden e agli altri dirigenti tante soddisfazioni. Bonazzoli è stato venduto per sistemare il bilancio, mentre Dimarco è sempre andato in prestito: Ascoli, Empoli, Sion, Parma (con il primo gol in A proprio alla sua Inter al Meazza) e Verona. Conte non lo vedeva e lo scudetto del 2020-21 lo ha festeggiato da tifoso, non nello spogliatoio alla Pinetina. Inzaghi invece lo ha provato ed è stato in fretta “conquistato”, oltre che dal suo calcio, dalla polivalenza tattica. Grazie alla cura di Juric all’Hellas, nel 3-5-2 Federico può fare sia il marcatore nella difesa a tre sia l’esterno a tutta fascia", conferma il quotidiano che poi rimarca: "L’eredità di Superman Perisic a Dimarco non pesa: impossibile fare paragoni visto che i due hanno caratteristiche fisiche opposte, eppure adesso il croato manca un po’ meno. Perché il numero 32 su quella corsia è diventato un punto di riferimento e ha rimandato l’inserimento di Gosens che lo scorso gennaio era stato pagato 25 milioni di euro all’Atalanta per preparare l’addio di Ivan il Terribile. Il tesoro, invece, l’Inter lo aveva in casa, un milanese erede di altri milanesi che hanno giocato e vinto con la maglia nerazzurra: da Zenga a Bergomi senza scomodare Meazza e Fossati".

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Futuro tutto suo

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Dimarco può migliorare ancora in fase difensiva ma la dedizione al lavoro lo aiuterà tantissimo: "Non solo sul calcio, ma anche sui movimenti in copertura e le diagonali. E’ nato terzino, ma ha memorizzato anche i compiti del “quinto”. Adesso interpreta il ruolo in maniera moderna e soprattutto quando spinge fa male all’avversario. Lasciate da parte la doppietta di ieri sera: la specialità della casa sono i cross, sia su calcio piazzato sia con pallone in movimento. I compagni li sfruttano spesso e ringraziano, mentre lui da interista vero, già esulta. La notte contro il Bologna la ricorderà a lungo per i festeggiamenti dopo le due reti (l’esultanza è tratta dal film “I soliti Idioti”), ma non pensate che sia sazio: a Bergamo contro l’Atalanta vuole chiudere nel migliore dei modi il 2022 interista e poi andare in nazionale per le amichevoli contro Albania e Austria. Dopo tanta gavetta, Dimarco ha appena iniziato a stupire", chiosa il quotidiano.

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