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Dumfries, nessuna spia rossa in casa Inter: si attende esplosione… alla Hakimi

Alessandro Cosattini

In gol nell'ultima sfida disputata con la sua nazionale, l'esterno olandese deve fare il definitivo salto di qualità in nerazzurro

L’Inter aspetta il vero Denzel Dumfries dopo la sosta per le nazionali. In gol nell’ultima uscita con la sua Olanda, di testa contro Gibilterra, l’esterno è chiamato al salto di qualità in nerazzurro sotto la gestione di Simone Inzaghi. Ha collezionato 180 minuti nelle due prove in nazionale e ora spera in una maglia dal 1’ con la sua Inter. “Finora non è riuscito a convincere al 100% il pianeta Inter, ma le attenuanti in suo favore sono state diverse e per questo motivo nessuno fra Inzaghi e i dirigenti si è allarmato per qualche sua battuta a vuoto, anzi. La speranza è di rivedere presto a Milano quel giocatore che agli Europei era stato senza dubbio il migliore dell’Olanda e fra gli esterni difensivi più positivi dell’intero torneo”, sottolinea oggi Tuttosport.

Pagato 12,5 milioni (più 2,5 di bonus), Dumfries è stato acquistato per raccogliere la difficile eredità di Hakimi. E i nerazzurri si augurano possa avere anche lui un percorso di crescita simile a quello dell’esterno marocchino con Antonio Conte in panchina: “[…] Arrivato a Milano a metà agosto di fatto senza una vera preparazione, Dumfries ha cominciato la stagione nelle retrovie, raccogliendo solo scampoli di minuti nelle prime uscite, con i tifosi che hanno però subito accolto bene le sue folate sulla fascia destra. L’apoteosi Dumfries l’ha toccata il 18 settembre in casa contro il Bologna, quando Inzaghi l’ha schierato per la prima volta da titolare ottenendo in cambio una prestazione alla... Hakimi: assist a Lautaro dopo neanche sei minuti, gol che ha aperto la goleada nerazzurra (6-1 il finale) e altre scorribande sulla destra che hanno annichilito prima Hickey e Dijks. Sembrava il lancio definitivo per Dumfries che ha poi disputate altre due buone gare da subentrante, a Firenze e contro l’Atalanta. A quel punto il tecnico ha deciso di riproporlo dall’inizio, rimandando in panchina il sempre positivo Darmian e Dumfries ha deluso, mostrandosi timido, poco incisivo e anche impacciato. Male contro lo Shakthar, quando non ha sfruttato gli spazi a disposizione, male anche contro il Sassuolo, con Boga e Rogerio che lo hanno messo in difficoltà”, si legge.

Nessuna preoccupazione però in casa Inter, dove sono consapevoli delle qualità del giocatore e sapevano che inizialmente avrebbe potuto trovare qualche difficoltà. Compagni nuovi, allenatore nuovo, in un altro campionato e con un’altra lingua, tutti fattori da non sottovalutare. “Ad Appiano non si è ancora accesa la spia rossa, anche perché Dumfries, come evidenziato in precedenza, con l'Olanda, seppur contro avversari non di prima fascia, ha dimostrato di stare bene. Fisicamente è ormai al livello degli altri, serve ora un ultimo scatto. Le difficoltà tattiche vengono messe in conto, ma da lui Inzaghi e il club si aspettano una propositività diversa, una sana incoscienza nel mettersi in moto sulla fascia e fare male. Un po' come fatto da Hakimi, perché, è bene ricordato, anche il marocchino ci mise del tempo a capire le richieste di Conte, con l'esplosione definitiva che arrivò fra fine novembre e inizio dicembre 2020. Hakimi era stato pagato più di 40 milioni, Dumfries un terzo e dunque possono esserci degli alibi in più, però l'Inter, adesso che arriverà un calendario tosto - sabato a Roma con la Lazio dovrebbe però partire di nuovo Darmian, rimasto a lavorare alla Pinetina durante la sosta -, ha bisogno di vedere quel giocatore su cui ha puntato con forza in estate, prendendo tempo con Bellerin e Nandez. Dumfries è sempre stato la prima scelta di Marotta e Ausilio , ora è lecito aspettarsi un cambio di marcia”, conclude Tuttosport.