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Eder rilancia: “Sappiamo cosa vuole De Boer, tocca a noi ora. Da Mancini ho imparato molto e sulla Cina…”

Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, l'attaccante italo-brasiliano Eder, fa il punto attorno alla sua situazione

Giovanni Montopoli

Tornato al gol nella prima partita con il nuovo allenatore in panchina, Eder appare carico e scalpita per mettere a tacere tutte le voci che lo vedono prossimo partente. Arrivato nel mercato di riparazione, l'ex attaccante della Sampdoria, ci ha messo 42 minuti prima di andare in gol alla sua "prima" con la nuova maglia nerazzurra. Queste le parole del giocatore raccolte in un'intervista pubblicata dalla Gazzetta dello Sport: «È stata una buona gara d’allenamento, i compagni sono più avanti, è logico. Per me era l’esordio, non giocavo dal 2 luglio».

Cosa vi ha chiesto Frank de Boer? «Vuole sempre una squadra compatta, sia in fase difensiva sia in quella offensiva. Ci ha chiesto di portare pressone sul portatore di palla avversario e vuole che recuperiamo il possesso nella metà campo avversaria».

Differenze con Roberto Mancini? «Ogni allenatore ha una sua visione del calcio. De Boer poi arriva da un campionato diverso da quello italiano e ha una sua identità. Noi abbiamo capito cosa vuole, e tocca a noi mettere in pratica le sue indicazioni».

E dal punto di vista atletico? «Ecco, magari si potrà parlare di differenze con Mancini sotto questo aspetto. Ma io mi sono tenuto sotto controllo anche in vacanza e nell’ultima settimana ho cominciato pure a casa. Non ho lasciato nulla al caso, voglio farmi trovare pronto».

 L’anno scorso l’approccio fu complicato... «Qualcuno forse si dimentica che sono arrivato nel momento più difficile dell’Inter. Eppure sono rimasto sereno anche in quelle settimane. Nulla è da buttare, nel bene e nel male. Adesso si riparte tutti da zero, alla pari, senza pregressi».

Come si sta a passare da capocannoniere di una squadra, la Samp, ad attaccante quasi senza gol? «Ero comunque contento delle mie prestazioni nonostante a Genova stessi segnando tantissimo. Ma un attaccante fa anche altro, non si occupa solo di segnare. Ho imparato molto da quel periodo e ho imparato anche da Mancini».

A luglio sembrava vicino alla cessione in Cina: cosa pensava in quel periodo? (sorride) «Ho letto anche io di questo interessamento da parte del campionato cinese, ma non ci ho mai pensato. Anzi, a dire il vero ho ricevuto anche 2-3 offerte da parte di top club. Ma volevo restare all’Inter perché mi sento importante per il progetto in atto. E poi in una grande squadra, la forza dev’essere la competizione tra i giocatori per alzare la qualità del lavoro».

Tra l’altro il reparto offensivo dell’Inter è fornitissimo... «Lo so, ne sono consapevole. E il tecnico ha anche le sue idee. De Boer farà le sue scelte e so che non potrò giocare tutte le partite».

Qualcuno si chiede se il vero Eder, quello migliore, si è già visto con la maglia dell’Inter... «Si è già visto, qualche volta si è già visto...».

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