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ESCLUSIVA La Russa: “Conte ora primo interista. Icardi? Capisco, non applaudo. Juve? Quel furto…”

Marco Macca

FCInter1908.it ha intervistato il senatore della Repubblica, noto tifoso nerazzurro

E' una sensazione, o forse qualcosa in più. Un profumo dolce ma intenso, capace di accarezzare il cuore e di farlo tornare a ruggire, anche se sommessamente. E' la sensazione torna a sentirsi degno di sedersi al tavolo dei più grandi, potente quanto basta per cambiare il corso di una storia che negli ultimi tempi ha assunto connotati ben precisi. Zampate del destino, coincidenze di una storia sempre nuova. Ed è curioso che, dopo anni, l'Inter si ritrovi ad attendere la grande sfida contro la Juventus, in programma domenica sera a San Siro, guardando i rivali di sempre dall'alto in basso, accompagnata e guidata da chi, con la maglia bianconera addosso, ha scritto pagine importanti. Il passato non si cancella e nemmeno si rinnega, ma il presente e il futuro possono cambiarne la visione. Ed ecco che Conte si ritrova "dall'altra parte della barricata": l'attesa cresce, il silenzio si fa sentire, prima della tempesta. E' la partita dell'anno, come sempre, soprattutto se si colora di tanti significati e di importanza finalmente massima. L'Inter si gioca tanto e ha la possibilità di mandare gli avversari a -5. E' presto, ovviamente, ma che bello sarebbe tornare a scoprire l'effetto che fa. Il popolo nerazzurro ci spera, i tifosi sospirano. Fra loro, anche un illustre interista come Ignazio La Russa, vicepresidente del Senato, che ha parlato in esclusiva a FCInter1908.it.

Buonasera senatore. Ci siamo: stasera c'è Inter-Juventus. Erano anni che non contava così tanto in termini di classifica per il popolo nerazzurro. Come sta vivendo un grande interista come lei questa vigilia?

Ed è la prima volta dopo tanto tempo che arriviamo a questa partita davanti in classifica. Io, però, sinceramente non mi gaso dopo sei partite, anche perché è già capitato anche in passato di battere la Juventus in periodi meno felici di questo. Devo dire, però, che mi piace il nuovo piglio della squadra. Più che il resto, mi dà fiducia la continuità che ho visto nel modo di giocare. In campionato non è mai mancata la grinta e abbiamo confermato questo atteggiamento positivo anche a Barcellona in Champions League. Sembra che la squadra ora sia equilibrata in tutti i reparti, a differenza delle defezioni del passato, soprattutto a centrocampo. Se guardiamo alla rosa complessiva, anche per il valore delle seconde linee, siamo ancora inferiori alla Juventus, ma i titolari che abbiamo se la possono giocare. Resta da vedere se cadremo negli antichi difetti, ma credo che con Conte non capiterà. E' comunque una partita che vale la pena vedere e gustarsi, anche perché stavolta è la Juventus che deve inseguirci.

E' ovviamente una partita particolare e nel mio caso coincide con alcuni episodi non proprio piacevoli. L'ultima volta che sono stato a Torino fu il 26 aprile del 1998 al Delle Alpi con in campo l'Inter di Simoni, quando ci rubarono letteralmente il risultato. Ricordo che ero seduto vicino a Flavio Briatore, grande juventino, che aveva ricevuto dei biglietti dagli allora dirigenti Moggi, Giraudo e Bettega. Io urlai in tribuna d'onore il mio sdegno di fronte a quell'obbrobrio e loro ebbero qualcosa da ridire. Allora a quel punto dissi loro: 'Non mi invitate più'. Non sono più tornato a Torino, nemmeno nel nuovo stadio, che mi dicono essere molto bello. Il mio ricordo personale di questa partita, dunque, è legato a un furto a danno dell'Inter.

Potrebbe rappresentare per la squadra una prima svolta della stagione? In caso di vittoria la Juventus si ritroverebbe a -5...

No, è già capitata una situazione simile. Sono conti che si devono fare in primavera. Anche andando a +5 non significherebbe nulla, e la stessa cosa penso del vantaggio attuale che abbiamo nei confronti del Napoli che, sono certo, si giocherà con noi e la Juventus il titolo fino alla fine. Questa è la mia previsione, ed è già molto rispetto agli altri anni. Tutto lascia immaginare che ce la giocheremo fino alla fine, lo spero fortemente. Sarebbe già un enorme cambio.

Sì, siamo andati a un passo dall'impresa, ma a uno come Conte non gliene frega niente di andare a un passo, lui vuole i tre punti. Dei complimenti per il bel gioco non sapeva che farsene. Era arrabbiato, anche perché ha visto un peso determinante dell'arbitro, che di sicuro è stato casalingo, anche se non so se davvero è stato decisivo per il risultato finale. Il rigore (per l'intervento di Arthur su Sensi non sanzionato dal direttore di gara, ndr)? Poteva anche andare a vederlo al VAR, non si capisce perché non l'abbia fatto. Credo che piuttosto siano stati determinanti i cambi del Barcellona, che ha inserito Dembelé e Vidal, quasi migliori di quelli che avevano in campo, cambiando la partita. Noi abbiamo sofferto la stanchezza di Brozovic e l'assenza di Lukaku. Alla lunga non abbiamo retto a causa della stanchezza. C'è anche da dire che a decidere è stato anche un fenomeno come Messi, dal quale partono entrambi i gol.

Qualche giorno fa, in conferenza stampa, Conte ha confessato che sta dando tutto se stesso per l'Inter e che non dorme la notte per i nerazzurri. Se lo aspettava così calato nella nuova realtà?

Sì, me lo aspettavo proprio così. Temevo che, con qualche passo falso della squadra, i tifosi avrebbero potuto tirare fuori il suo passato juventino. Ma sulla sua professionalità non ho mai avuto dubbi, come non li ho avuti sul fatto che sarebbe diventato il primo interista, anche perché con la Juventus non si è lasciato poi così bene.

Sono convinto che quella di liberarsi di Icardi sia stata una decisione della società. A quel punto, Conte ha avallato anche la cessione di Perisic e Nainggolan, che forse dei tre è quello più incolpevole. Su Icardi diciamo una cosa: intanto, è ancora dell'Inter. Poi, secondo me, non sappiamo tutti i risvolti della storia, perché per quello che sappiamo la punizione che gli è stata inflitta è eccessiva. Tutto è partito dalla decisione di togliergli la fascia. Ci sono delle cose che non sappiamo. Certo, è arrivato Lukaku, ma Icardi è sempre uno dei più forti centravanti del mondo. Dico la verità: rispetto la decisione della società, ma non sono fra i contenti per la cessione di Icardi. Per gli altri due, pazienza. Di Icardi ricordo l'ultimo anno travagliato, ma anche quello che ha rappresentato negli anni bui, quando era la nostra unica ancora di salvezza. Il giudizio deve essere sempre complessivo. Secondo me, il club ha voluto dare un segno di svolta. Rispetto le decisioni, ma non applaudo.

Se devo rispondere con il cuore, dico che terrei San Siro come monumento, anche costruendogli a fianco un nuovo stadio. Poi capisco che ci sono dei problemi economici che rendono questa soluzione difficile, per non dire impossibile. Questo, però, è il mio desiderio: è giusto avere un nuovo stadio, ma non si abbattono i monumenti. Poi, se c'è un problema economico-logistico, me ne farò una ragione. Ma terrei in piedi anche San Siro. Spero però che, dato che il futuro stadio avrà una capienza minore (si parla di circa 60 mila posti, ndr), non vengano innalzati i costi dei biglietti, che già sono molto alti. L'andare allo stadio diventerebbe una questione d'élite. Spero che le società possano evitarlo.