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Inter, Conte non ha detto tutto. Ma una frase decisiva gli è scappata e in 3 già tremano

Daniele Mari

Antonio Conte è tornato alla carica dopo la vittoria dell'Inter a Brescia. E il messaggio non poteva essere più esplicito

Antonio Conte è indemoniato. La sua carica, la sua garra, la sua voglia di vincere hanno contagiato spogliatoio, società e tifoseria. Ma il rovescio della medaglia è l'ossessione, l'attenzione maniacale per i dettagli, cui nessuno sfugge. E in questo momento il dettaglio, neanche tanto un dettaglio, è rappresentato dalla difficoltà nel far fronte agli infortuni.

Fuori Sanchez, fuori Vecino, fuori Sensi, fuori D'Ambrosio. La rosa dell'Inter è corta, come sostiene Conte ormai da un paio di settimane? La risposta è no. La rosa dell'Inter è numericamente normale. Diciamo standard. Non è certamente affollata ma non si può certo dire che sia corta. Sulla carta ci sono esattamente due giocatori per ruolo. La norma.

Ma la verità è che Conte ha detto tanto ma non ha detto tutto. E non può dirlo, per ovvi equilibri interni. Allora lo dico io: la rosa dell'Inter non è corta, la rosa dell'Inter non è qualitativamente all'altezza delle tre competizioni. O meglio: non è all'altezza delle tre competizioni se vuoi giocarle non dico per vincere ma almeno per fare bella figura a lungo.

E' questo il concetto che sta facendo passare Antonio Conte. E questo è un concetto che difficilmente può essere smentito. Almeno, seguendo i criteri qualitativi di Conte. Venuti meno quei 4 giocatori, la possibilità di turnover è andata a farsi benedire.

Perché? Perché Conte non si fida degli altri. E' ormai assodato. E ieri, il tecnico nerazzurro si è fatto sfuggire una frase piuttosto emblematica: "Sono dentro il pianeta Inter ora, sto capendo cosa c'è dentro. A giugno non sapevo, ora mi è chiara la situazione. Cosa ho capito? Quando entri dentro una situazione devi avere tempo per capire, per capire anche la rosa. All'inizio puoi pensare delle cose, poi entri e ne vedi delle altre. E si può pensare di migliorare alcune cose".

Conte pensava che alcuni elementi potessero rendere e ora ha definitivamente cambiato idea? Sembra proprio di sì e il responso del campo è giudice insindacabile. Ci sono tre armadietti che già tremano: quello di Borja Valero, quello di Valentino Lazaro e, ultimo ad aggiungersi, quello di Matteo Politano.

Se per Borja la bocciatura è ormai assodata e per Lazaro il tempo per riscattarsi comincia a stringere (l'alternativa a Candreva oggi sembra più D'Ambrosio che non l'ex Hertha) fa scalpore la bocciatura secca di Politano, trattenuto in estate e ora scalzato anche da Sebastiano Esposito. L'infortunio di Sanchez doveva rilanciarlo, è finito nel dimenticatoio. E non ha fatto nulla per far cambiare idea all'allenatore.

Il messaggio è partito, Marotta l'ha recepito e ne farà tesoro. Ma c'è qualcuno che, da ieri, è più lontano dai cancelli della Pinetina. La strada per rientrare nelle grazie di Conte è sempre più tortuosa.