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Inter, ricacciate in gola le critiche su Lautaro. Non solo Conte: El Toro incoronato da…

L'editoriale di Alfio Musmarra per Fcinter1908: Lautaro Martinez in versione Toro Scatenato e le 'ferite' di Barcellona-Inter

Alfio Musmarra

"Ho visto parecchie critiche nei confronti di Lautaro Martinez dopo la vittoria di Genova contro la Sampdoria. Figlie probabilmente di un avvio di stagione complicato non tanto per l’apporto quanto per i numeri realizzativi: solo un gol ed un assist in campionato in 383 minuti.

"Ha peccato nelle scelte, a volte ha tirato in porta quando sarebbe stato meglio servire un compagno meglio posizionato, viceversa a volte avrebbe dovuto calciare quasi a colpo sicuro invece di passarla. Contro la Samp ha sì sbagliato un gol, ma nessuno ha avuto la lucidità di ammettere che era stato frutto di una gran giocata proprio del ragazzino di Bahía Blanca.

"Ragazzino sì, perché ci si dimentica sempre che ha recentemente festeggiato i 22 anni (22 agosto). Nella sua breve carriera tra Racing ed Inter ha realizzato 36 reti e 11 assist, 9 gol da 3 punti, giocando da prima punta, seconda, due volta da ala destra e una da sinistra. E non è un caso se Real Madrid, Atletico e Barcellona siano state e siano ancora sulle tracce del ‘ragazzino’.

Il passato

"Se da un lato è vero che quest’anno non ha iniziato nel migliore dei modi è altrettanto vero che per caratteristiche è un giocatore generoso, che ama la battaglia e che dà tutto in campo spesso eccedendo con qualche fallo che deve imparare a evitare.

"In Nazionale si sta ritagliando un posto da titolare cosa non facile visto quanto capitato a mostri sacri come Higuain, Messi e Dybala e non è un caso che un certo Carlitos Tevez lo abbia definito in una recente intervista il suo degno erede. Ma all’Inter deve ancora trovare la sua giusta dimensione dopo l’apprendistato della scorsa stagione. Nonostante le critiche piovutegli addosso in questo avvio, società ed allenatore sono totalmente schierati dalla parte dell’attaccante.

"Conte in primis ne apprezza il modo di lottare, di stare in campo, la cattiveria e la ferocia. In questo momento sta pagando lo scarso feeling con il gol, ma non si può mettere in croce un attaccante di soli 22 anni per un avvio di stagione con un solo gol all’attivo. Perché c’è anche la prestazione, lo stare in campo con la squadra, il sapersi sacrificare, lottare su ogni pallone, proteggerlo, guadagnare falli che consentano ai compagni di respirare e di allentare la tensione. Tutto questo può sfuggire, ma non può bastare per puntare il dito contro un giocatore che in Sud America è considerato un autentico ‘crack’. La storia del calcio ci insegna che anche i migliori attaccanti del mondo abbiano avuto dei periodi di ‘astinenza’ dal gol, ma non per questo si deve bocciare un giocatore che va coccolato, protetto e sostenuto.

Il presente

"La parte che avete appena letto avevo iniziato a scriverla il giorno di Barcellona-Inter, prima della partita perché sentivo la necessità di approfondire la questione Martinez. Ecco forse oggi in molti si saranno rimangiate tutte le considerazioni negative sul ‘Toro’ non solo per il gol ma soprattutto per una prestazione maiuscola. Come peraltro di tutta la squadra. Resta l’amaro in bocca per come sarebbe potuta andare, un vero peccato.

"C’è da essere orgogliosi, anche perché più di così era impossibile fare al netto di un arbitraggio evidentemente condizionato non solo per il rigore non concesso a Sensi ma per un atteggiamento che fin dall’inizio ha fatto capire che con i padroni di casa c’era una certa indulgenza proseguita per tutto l’arco della gara. Poi la differenza l’hanno fatta i campioni, di cui è infarcito il Barcellona e che l’Inter di oggi non ha.

"Al di là di Messi e Suarez, l’ingresso di Vidal e Dembelè ha cambiato l’inerzia dell’incontro cosa che purtroppo non hanno fatto i nostri. Avremmo dovuto chiuderla con le occasioni del primo tempo, ma sinceramente faccio fatica a trovare qualcosa da criticare a questi ragazzi dopo la prestazione del Camp Nou. Certo nella ripresa siamo visibilmente calati, ma la direzione di gara è stata troppo determinante ai fini del risultato. Troppo, per non citarla. Adesso sotto con la Juve con la consapevolezza che ci siamo, siamo squadra, cosa che non eravamo dal 2010.

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