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Inter, Gosens: “Manca poco per tornare in campo. Zhang? Mi ha detto…”

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Le parole dell'esterno appena arrivato ad Appiano Gentile nell'intervista concessa ai microfoni di DAZN

Daniele Vitiello

Robin Gosens, in attesa di poter incidere in campo con la maglia dell'Inter, ha raccontato le sue prime emozioni ai microfoni di DAZN. Queste le sue parole: "Con l'infortunio che ho avuto non voglio dare i tempi, l'importante è che stia bene. Sto prendendo fiducia, mi alleno bene e secondo me non manca tanto. Sto già facendo qualcosa in campo, spero di entrare presto, ma non voglio mettermi sotto pressione perché non serve ora. Mi ha colpito la grandezza del club. L'Atalanta è sicuramente importante, ma l'Inter è un club storico".

A Napoli non ci sarai, ma stai imparando a conoscere i compagni. Cosa potrebbe fare la differenza?

"La chiave secondo me è poter fare il nostro gioco. La nostra qualità è giocare il nostro calcio, se riusciremo a farlo a Napoli avremo buone chance di vincere. E' sicuramente una partita fondamentale, contro una concorrente diretta, per cui vogliamo vincere".

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Quanto sei orgoglioso del percorso che hai fatto?

"Molto. Ho fatto tanti extra per arrivare a questi livelli. Forse ho meno talento di altri, ma la mia forza è stata sempre la mentalità e la disciplina. Mi hanno portato davvero lontano. Per questo sono orgoglioso di essere arrivato all'Inter. Ho trascorso tantissime ore tra campo e palestra per migliorare sempre".

Cosa ti ha colpito di Zhang?

"Mi ha raccontato che è il primo tifoso dell'Inter. Ovviamente mi ha detto che ora gioco per un club prestigioso e mi ha dato una carica enorme. Mi ha detto che giochiamo a livelli importanti e che ha tutta la fiducia in me".

Anche la Merkel ha parlato di te tra un vertice tra capi di Stato.

"E' stata importantissima in Germania negli ultimi anni. Se parla bene di me, mi fa molto piacere".

E' vero che avresti fatto il poliziotto se non avessi giocato a calcio?

"Sì. Sarei stato sicuramente cattivo, è l'aggettivo giusto. Io fino a 18 anni ho giocato solo con amici, senza aver fatto le giovanili. Quando i miei mi chiedevano, dicevo sempre che avrei voluto fare il poliziotto come mio nonno. Poi sono andato in Olanda e tutto è cambiato".

C'è un momento in cui hai capito che avresti fatto il calciatore?

"Appena sono arrivato in Olanda. Ho capito che avrei potuto fare il calciatore professionista, è sempre stato il mio sogno".

Hai scritto anche un libro.

"Sì, in tedesco e in Germania ha avuto successo. Ho voluto raccontare la mia storia perché è diversa da tanti altri. A me poi piace scrivere e ho voluto farlo perché in tanti mi hanno detto che poteva essere d'ispirazione".

Cosa sogni oggi?

"Il primo è entrare in campo al più presto, poi diventare un grande giocatore dell'Inter. Ho il sogno di fare il massimo con l'Inter e anche con la nazionale, perché ci attende un mondiale a cui voglio partecipare. Per farlo, devo giocare bene con il mio club".

Non hai detto lo scudetto.

"Infatti. Voglio diventare un giocatore importante, tutto il resto arriverà".

Stadio più bello in cui hai giocato.

"San Siro".

La canzone che ascolti per caricarti?

"Eminem, ‘Lose Yourself'"

Il KO più doloroso?

"PSG. Quando abbiamo perso all'ultimo in Champions".

Il tuo piatto preferito?

"Risotto alla milanese".

Il compagno di squadra che cucina meglio?

"Non ne conosco neanche uno" (ride, ndr).

L'idolo da bambino?

"Alaba, perché ha sempre fatto bene e in diversi ruoli".

L'avversario più forte?

"Douglas Costa. Quando era in formissima, con la sua esplosività e il suo dribbling era quasi imprendibile".

 

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