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L’Inter può difendere lo scudetto: ora calendario tremendo. Ma che carattere!

L’Inter può difendere lo scudetto: ora calendario tremendo. Ma che carattere!

L'editoriale di Alfio Musmarra per Fcinter1908: rimonta super dell'Inter a Firenze, ora il calendario rasenta il tour de force

Alfio Musmarra

Potremmo stare qui a sviscerare ogni minuto, analizzare numeri e statistiche su gol fatti/subiti, aspetti tecnico/tattici ma alla fine contano le emozioni, il vissuto.

E se riavvolgiamo il film di Fiorentina-Inter, nel primo tempo forse li avremmo sostituiti tutti. Tranne Handanovic che ci ha tenuti in piedi con un paio di interventi determinanti. Poi bravi a non crollare, a restare sempre in partita. Per carità nessuno vuole sminuire nulla, sto facendo delle semplici considerazioni umorali. Perché vedendola in compagnia di amici eravamo tutti concordi nel dire che alcuni andavano sostituiti, poi la bellezza del calcio sta proprio nel fatto che i peggiori, quando ormai erano pronti ad andare negli spogliatoi, ti segnano i gol che ribaltano la partita e allora tutto quello che avevi detto fino a pochi istanti prima non vale più.

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E tra le risate generali un po’ ti vergogni anche delle cose che hai detto e pensato.

Perché l’Inter del primo tempo è stata onestamente sovrastata da una bellissima Fiorentina, che ha avuto solo la colpa di non capitalizzare. Un po’ mi ha ricordato la gara dell’Inter col Real Madrid anche se onestamente contro gli spagnoli nel primo tempo eravamo stati molto più pericolosi dal punto di vista delle conclusioni.

Alla fine la Fiorentina ha avuto solo due occasioni al di là del gol, mentre noi contro il Real ben sei solo nel primo tempo (e una sola nel secondo per correttezza). Mentre nella ripresa siamo crollati fisicamente un po’ come la Fiorentina ieri.

Un secondo tempo da Inter devastante

Ma la pressione viola nei primi 45 è stata costante, asfissiante. Non ci ha mai permesso di respirare e ragionare. Nel secondo tempo però l’inerzia è cambiata. Brozovic è salito in cattedra, la difesa si è stabilizzata e le occasioni sono fioccate. Il 3-1 poteva anche essere più largo se Sanchez fosse stato più lucido e meno sciupone.

Insieme a Brozovic è cresciuto anche Calhanoglu che ha sfornato un altro pallone col contagiri per la testa di Dzeko al 4°  centro stagionale e 2 assist alla quinta giornata. Non malissimo per un parametro zero.

Diciotto gol in 5 partite sono un’enormità per una squadra che ha carattere da vendere. Non era facile riacciuffare e ribaltare la gara di Firenze dominando in lungo e in largo nei secondi 45 minuti.

Carattere da scudetto

Dopo un inizio di campionato abbastanza agevole la partita di ieri era un primo esame per capire di che pasta è fatta questa squadra, che ha dimostrato di avere le carte in regola per difendere quel tricolore cucito sul petto.

Ma non c’è tempo per adagiarsi sugli allori, perché il prossimo mese sarà tosto. Già sabato contro l’Atalanta banco di prova per testare quanto la squadra stia apprendendo i nuovi sistemi di mister Inzaghi, poi Shaktar, Sassuolo e Lazio, passando dallo sconosciuto Sheriff prima della sfida del 24 ottobre con la Juventus a San Siro.

Sei partite in un mese con in mezzo un’altra sosta per le Nazionali che cadrà a ridosso della partita con la Lazio con i sudamericani  che rientreranno all’ultimo. Tradotto: vietato annoiarsi, perché quest’anno sarà un campionato lungo e livellato, dove non ci sarà una forza nettamente superiore alle altre, ed allora lì il carattere e gli attributi faranno la differenza.

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