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Inter, ultimo quarto d’ora fatale per Pioli: approccio ok, ma la gestione è stata pessima

Daniele Vitiello

Potrebbe costare carissima a Stefano Pioli la rimonta subita questo pomeriggio dall'Inter nel derby con il Milan

Sessantasette minuti di buon calcio non sono bastati all'Inter per risorgere a Pasqua e mettersi alle spalle la tremenda delusione per le ultime partite. Al Meazza si ripete nel finale di match il canovaccio dell'andata, ma stavolta la buona sorte in extremis decide di strizzare l'occhio al Milan e non ai nerazzurri, incapaci di gestire campo, palla e inevitabilmente anche risultato nel finale. E dire che tutto era iniziato nel migliore dei modi, con la minima distanza tra i reparti, l'imprevedibilità di Joao Mario tra le linee, il giusto dialogo fra terzini ed esterni avanzati e un Icardi sempre vigile dalla trequarti in su. Ma quando c'è l'Inter di mezzo guai a dare qualcosa per scontato. Così, alla distanza, i fantasmi del recente passato si sono messi a tirar pugni contro l'armadio dentro il quale a fatica i nerazzurri avevano provato a rinchiuderli in settimana e a poco a poco hanno iniziato a manifestarsi, offuscando le idee e appesantendo le gambe. Tremenda la sensazione di un cronometro che sembra bloccato, di ansia e stanchezza che iniziano ad aumentare in maniera decisamente sconsiderata rispetto a quanto oggettivamente sta a accadendo in campo, con metà ripresa ancora da giocare e un Milan tutt'altro che implacabile dalla trequarti in poi.

DITO PUNTATO - Diverse volte è stata giustamente applaudita la gestione delle partite da parte di Stefano Pioli, stavolta però non può essere così. Nell'ultimo quarto d'ora il tecnico nerazzurro si è giocato due punti nel derby, una buona fetta di probabilità di rimonta verso il quarto posto e quasi sicuramente le ultime chance di riconferma. La sostituzione di Perisic ha segnato il punto di non ritorno per l'Inter, che ha abbassato rovinosamente il baricentro e non è riuscita a sfruttare le buone occasioni a disposizione per mandare in archivio l'incontro. Harakiri completato con l'inserimento di Murillo, che ha concesso ancora più campo al Milan, e quello di Biabiany, non esattamente un calciatore capace di nascondere la sfera e già da tempo ai margini del progetto tecnico nerazzurro, con una tenuta fisica e mentale tutta da dimostrare. Non sarebbe stato meglio inserire Banega o il 'solito' Gabigol? Anche oggi Pioli torna a casa con questo dubbio, lo stesso che si pone una dirigenza alla quale non può assolutamente piacere lo sciagurato provincialismo dell'Inter davanti a quasi un miliardo di telespettatori.