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L’Inter non sa gestire: difesa ed errori dei singoli, Inzaghi cerca l’antidoto

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La Gazzetta dello Sport analizza i problemi dell'Inter in campionato e prova a capire le possibili soluzioni per i nerazzurri

Alessandro De Felice

Niente alibi, nessuna scusa. Simone Inzaghi e l'Inter non hanno trascorso le ore successive alla sconfitta dell'Olimpico contro la Roma ripensando al gol del 2-1 con Dimarco a terra.

Oggi ad Appiano Gentile è in programma oggi un confronto tra il tecnico nerazzurro e la squadra. La Gazzetta dello Sport sottolinea: "Il tecnico lo farà oggi, rimarcando con ogni probabilità i concetti già espressi nel post partita e richiamando i giocatori alla massima attenzione nei particolari, perché cominciano a essere diverse le partite non vinte per colpa di errori individuali, disattenzioni, bassa concentrazione".

Inizia una settimana chiave per la stagione dei nerazzurri: domani a San Siro arriva lo Sheriff, sorpresa del Gruppo D di Champions League con 6 punti nelle prime due gare, mentre domenica c'è la Juve. Il problema dei nerazzurri è riuscire a rispettare il piano gara per tutta la partita: "L’Inter non riesce a mantenere uno standard alto di rendimento elevato per 90 minuti".

Il quotidiano analizza tre nodi ancora irrisolti per Inzaghi: la tenuta fisica, la fase difensiva e la concentrazione.

SEMPRE A MILLE

L'Inter non riesce a gestire le forze e di conseguenza preservare le energie per il finale di gara.

"La durata, ecco il problema. Quanto “dura” quest’Inter ancora in costruzione? Per quanto tempo tiene testa e nervi dentro a una partita? A parte le sfide più molli (contro Genoa e Bologna), mai i nerazzurri hanno saputo navigare tra le onde per 90 minuti filati. A volte la squadra è riuscita ad riemergere dopo un inizio complesso, come nelle rimonte contro Verona, Fiorentina e Sassuolo. Altre volte, invece, si è fatta beffare quando sembrava avere il match sotto controllo: sono già sette i punti sperperati da una situazione di vantaggio. Era successo, in parte, già contro il Real Madrid, ma soprattutto il crollo di sabato appartiene a questa categoria. L’antica arte di governare la partita è quella che più serve per lo scudetto e la scorsa stagione lo ha confermato: la squadra contiana, solida come il cemento, sapeva pungere e poi abbassarsi rischiando poco o nulla. Inutile vivere di nostalgia, in questi luoghi non abitano più Lukaku ed Hakim. Anzi, oggi l’Inter si è fatta più offensiva, perfino più bellina, ma è condannata ad andare sempre a mille: complesso riuscirci sempre fino al 90esimo".

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LA DIFESA

11 gol subiti, con una media di 1.4 a match, rappresentano un dato allarmante. I numeri della difesa dell'Inter preoccupano. I nerazzurri concedono 13.3 conclusioni ogni 90 minuti.

"se l’Inter non «ammazza» le partite, per usare le parole di Inzaghi, è perché gli avversari sanno di poter rientrare in corsa sempre. La Samp ha rimontato due volte, l’Atalanta ha recuperato il risultato, la Lazio l’ha pure ribaltato. In generale i nerazzurri concedono parecchio e sarebbe troppo semplicistico leggerla con il rendimento calato dei tre difensori. La realtà è che l’Inter ha cambiato modo di approcciare le partite: il baricentro è più alto perché mancano i giocatori in grado di ribaltare l’azione velocemente come Hakimi e Lukaku e quindi tutti sono costretti/chiamati ad accompagnare l’azione, magari anche oltre l’abituale raggio d’azione. Così spesso i difensori sono portati a lasciarsi alle spalle molti metri di campo, una scelta che espone a rischi e alla quale va trovato rimedio: Sheriff e Juventus, seppur a livelli completamente differenti, sanno esaltarsi nelle ripartenze".

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ERRORI INDIVIDUALI

Tra le lacune di questa stagione dell'Inter, ci sono i numeri errori commessi dai singoli in ogni reparto.

"all’Olimpico è stato Bastoni, uno dei più affidabili della compagnia, a saltare ingenuamente con le braccia troppo larghe nell’azione del rigore. A dirla tutta, i suoi colleghi avevano fatto di peggio a Reggio: Skriniar rintronato dai dribbling di Boga e De Vrij impreciso negli appoggi più banali. Questa tendenza la vedi ben oltre ai guai della difesa e nei momenti più delicati: sbagliare i rigori capita a tutti, ma l’errore di Dimarco contro l’Atalanta è costato due punti su una concorrente. E pure davanti ci si può mangiare i gomiti: Dzeko a Kiev ha divorato occasioni che avrebbero fatto svoltare la Champions. Insomma, durante tutta la stagione l’Inter sta seminando una quantità esagerata di leggerezze gratuite: questo ha un peso enorme a vedere la classifica. Potrebbe essere il segno di una squadra meno concentrata di un tempo o solo una fase intermedia prima di sintonizzarsi del tutto: in ogni caso, la spina va riattaccata presto. Anzi, subito".

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