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Lukaku: “Inter, voglio restare. Sorpreso dai tifosi. Inzaghi? Tira fuori il leone in me”

Marco Astori

Romelu Lukaku, centravanti dell'Inter, ha concesso un'intervista ai microfoni di Sky Sport in vista della ripresa del campionato

Romelu Lukaku, centravanti dell'Inter, ha concesso un'intervista ai microfoni di Sky Sport in vista della ripresa del campionato. Queste le sue dichiarazioni integrali.

"Sto molto bene: abbiamo fatto un ottimo lavoro con la squadra, il mister e lo staff. La squadra sta bene, abbiamo voglia: anche io personalmente, ma la squadra deve lavorare per perspirare al meglio il Napoli e la seconda parte di stagione.

Il ritorno all'Inter

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"Ho tanta soddisfazione, sono contento di essere tornato: non voglio parlare troppo fuori dal campo, voglio fare i fatti. Sto lavorando molto forte, devo rispondere in campo. Quando ero in Nations League, avevo parlato con il nuovo proprietario del Chelsea: ci siamo detti tutta la verità sul rapporto con Tuchel e io ho deciso di tornare all'Inter. Lui ha aperto la porta e ha cominciato a parlare con il club: poi le cose sono andate veloci, abbiamo parlato molto per due settimane e poi ci siamo messi d'accordo. Quando sono atterrato ero stanco ma contento: ero nervoso ma devo fare di tutto per aiutare la squadra perché l'Inter mi ha dato l'opportunità di cui avevo bisogno. Ora siamo tornati insieme e ora dobbiamo fare belle cose".

Jay-Z

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"Era la prima persona che mi ha chiamato dopo Atalanta-Sassuolo, ero sotto shock: abbiamo passato un po' di tempo insieme a New York, mi ha spinto anche lui a tornare qui. Guarda tante partite dell'Inter, è una bella persona. Anche il presidente della Roc Nations mi ha aiutato a tornare all'Inter, abbiamo un ottimo rapporto: siamo onesti, ci diciamo sempre la verità".

Le persone più importanti?

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"Più di tutti mia madre e mio figlio".

Lo spogliatoio?

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"Non è cambiato niente: devo arrivare con la testa senza problemi perché i giocatori mi attaccano subito. Loro lo fanno perché se mi attacchi, c'è la reazione e vado a 2000. Il gruppo è competitivo, l'amicizia è una cosa unica nel calcio: siamo cresciuti insieme e questa è una bella cosa".

Il gol col Lecce?

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"Ho pensato che era il primo e che dovevo fare il secondo. E' stato un bel momento. Poi mi ricordo il gol di Dumfries, come ha esultato tutta la squadra: il suo gol è stato importante per vincere la partita, lì si vede che la squadra è unita".

Il ritorno a San Siro?

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"Da quando sono tornato è stato il momento più forte, ma anche il mio ingresso in Champions contro il Plzen: c'era mio figlio, inizia a capire il calcio. Lui è un grande tifoso, matto per l'Inter: è l'unica cosa che ha conosciuto. Vederlo dopo la partita guardarmi così è stato bellissimo: ha visto l'amore dei tifosi. Sono dei tifosi veramente speciali: i migliori che ho visto nel mondo. Se siamo in difficoltà aiutano sempre la squadra: è stata una sorpresa, pensavo fossero ancora arrabbiato con me. Ma sanno che io ho sempre l'Inter nel cuore: ho parlato anche con i compagni e con la società, ho sempre detto la verità. Spero di restare anche in futuro, l'Inter vale tutto. I tifosi dell'Inter mi rimarranno sempre nel cuore: l'Inter mi ha dato la possibilità di essere il Lukaku di oggi. Prima facevo tanti gol ma mancava sempre il pezzo per essere lì: l'Inter mi ha dato la possibilità di vincere ad alto livello con l'amore dei tifosi, della società e dello staff. Resteranno sempre nel mio cuore, ma la storia non è finita: dobbiamo fare di più e speriamo di vincere altri trofei".

L'infortunio

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"E' stato più grave del previsto, era rotto il tendine del flessore: pensi sempre di poter tornare velocemente, avevo però la sensazione che le cose nona andassero bene. E' stata la prima volta per me in 13 anni: casa mia è come un ospedale, ho tutto per recuperare veloce. Ma non ci sono riuscito: sono andato al Mondiale, ho giocato l'ultima partita con due allenamenti in quattro mesi. C'era delusione, però mi sono detto subito che non ero al 100%: dovevo staccare per poi cominciare da zero. Ho cominciato a lavorare a Dubai, sono tornato qui, mi hanno massacrato dieci giorni giustamente: ho tanta voglia di tornare in campo. A chi dice che non sono più quello di due anni fa? Rispondo che ci vediamo".

Henry?

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"Per me è il prossimo allenatore della nazionale: non ci sono dubbi, lo dico apertamente. Ha il rispetto di tutti, ha vinto tutto in carriera: sa allenare e sa cosa dobbiamo fare per arrivare lì. Conosce tutti, per me è il nuovo allenatore della nazionale: non so chi prenderanno, ma penso che non dobbiamo iniziare da zero ma continuare su quello che abbiamo fatto finora. Non abbiamo vinto, ma dobbiamo cercare di vincere: lui vuole farlo. Per me non vale la pena perdere uno che riparta da zero".

Inzaghi?

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"Sa come stimolare i giocatori, ha trovato il modo per trovare il leone dentro di me. Ogni tanto mi provoca e c'è sempre la reazione: abbiamo un bel rapporto, lui sa che lo stimo veramente tanto a livello personale".

L'obiettivo dell'Inter?

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"Finché una squadra non alza il trofeo, lo scudetto è sempre possibile. Io ci credo, sempre, per questo giochiamo a calcio. Come la gente dice che è impossibile per noi, vediamo alla fine della stagione la squadra che alza il trofeo e sarà campione. Adesso nessuno ha alzato, siamo ancora lì, mancano sei mesi, il campionato finisce a giugno. Il Napoli? L’allenatore è veramente forte. Spalletti ha fatto un ottimo lavoro dobbiamo dirlo. Hanno giocatori veramente forti, io sono stato fuori e ho visto tante loro partite. Osimhen? E' veramente forte, adesso è lui il migliore: sta facendo molto bene. Il Napoli è in un bel momento. Sono primi in classifica. Abbiamo rispetto ma non paura".

La riunione prima del Barcellona?

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"Sì, è stata la svolta: tutti avevano voglia di far bene per la squadra e per sé stessi. Siamo all'Inter, siamo qui per vincere: non c'è alibi. Noi dobbiamo dare il massimo ogni giorno: se devi correre di più per il compagno, devi farlo. Col Barcellona abbiamo dimostrato di essere squadra, adesso tutti fanno le cose per la squadra. Quando abbiamo vinto due anni fa, tutti correvano: il calcio adesso è diventato di transizione, anche l'Argentina e la Francia giocavano così. Ci siamo allenati su tanti moduli, siamo pronti per tutto.

Lautaro?

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"L'ho abbracciato subito, gli ho mandato un messaggio dopo la finale e mi ha risposto: sono contento che abbia vinto il Mondiale. Ogni giocatore vuole vincerlo, lui l'ha vinto e spero che questo gli dia energie per fare buone cose con noi. Ora lui ha una nuova energia, spero e penso che farà grandi cose adesso".

Dzeko?

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"Abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto, in Premier ci parlavamo sempre dopo le partite, anche quando lui era a Roma. Quando io ero venuto qui, anche lui doveva venire: poi non è venuto ma abbiamo sempre avuto un grande rispetto. In campo abbiamo caratteristiche diverse ma possiamo aiutarci: lui gioca di più e mi permette di attaccare lo spazio. Poi vicini all'area possiamo fare sponde tutti e due: io posso giocare con chiunque, così come lui e Lautaro. Dipende dal mister come sceglie, anche tutti e tre insieme: è tornato anche Correa ed è una bella cosa. Stiamo bene, adesso dobbiamo fare il meglio per l'Inter".

Dimarco?

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"La gente deve sapere che è il primo giocatore che mi aiutato veramente in spogliatoio, è il primo amico: quando sono arrivato, mi ha insegnato tante cose sull'Inter. Lui parla un po' francese, mi ha aiutato tanto con l'italiano: quando è andato a Verona, è rimasto il rapporto. Ora è mio amico sulla PlayStation, giochiamo insieme a Fifa: io sono più forte".

La Supercoppa col Milan?

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"Il murales con Ibra è iconico. Io non voglio vedere i grandi giocatori fuori per tanto, c'è sempre rispetto per le cose che ha fatto in carriera: ha vinto tantissimo, ha fatto belle cose per l'Inter e adesso per quella squadra lì... La gente vuole vedere queste partite, due giocatori che vogliono vincere: spero che torni il più presto possibile, vediamo in campo".

Il futuro?

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"La gente sa quello che voglio: adesso devo fare il necessario per far vincere l'Inter, poi vedremo. Chiudere la carriera qui? Mi piacerebbe, è normale: però poi devo tornare all'Anderlecht. Questa è la mia idea. Io sto bene all'Inter, c'è ambizione di continuare a crescere: voglio rimanere qui e fare le cose per bene. Poi parliamo col Chelsea e speriamo di trovare una soluzione. Ai tifosi dico che spero che passeremo sei mesi belli: grazie per l'amore, i primi mesi sono stati difficili ma adesso andiamo fino alla fine. Forza Inter".