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Mazzola: “Orsato ha sbagliato, ma la Juve merita lo Scudetto. Allegri somiglia a Herrera”

Fabio Alampi

L'ex bandiera dell'Inter ritorna sulla contestta direzione di gara del fischietto veneto

Non accennano a placarsi le polemiche legate al tanto discusso arbitraggio di Orsato in occasione di Inter-Juventus di sabato sera. Intervistato da Tuttosport, Sandro Mazzola ha espresso il suo punto di vista sulla gara e su questo contestato finale di stagione.

Buongiorno Mazzola, si è un po' perso la misura?

Credo di sì, purtroppo, in qualche commento si è andati un po' oltre.

Ma Orsato ha davvero condizionato la partita fra Inter e Juventus?

Ha sbagliato. L'espulsione di Vecino ci stava, ma naturalmente anche quella di Pjanic. Inoltre l'arbitro ha dato l'impressione ai giocatori dell'Inter di fischiare a favore della Juventus e anche quelli della Juventus non erano sereni. In quei casi il buon senso suggerisce di chiamare i capitani e fare un discorsetto per rimettere le cose a posto. A volte l'arbitro deve fare come un buon padre di famiglia.

Ma ha condizionato il risultato secondo lei?

Ha commesso errori gravi. Detto ciò, se vinci a cinque minuti dalla fine devi portarla a casa. A quel punto l'Inter aveva vinto, aveva la partita in pugno e l'ha buttata. Gli errori commessi negli ultimi minuti non sono di Orsato, ma di Spalletti e dei suoi.

A Napoli si sono molto arrabbiati e parlano di campionato «rubato» o comunque «falsato». Lei cosa ne pensa?

Credo che la classifica sia sincera. La Juventus è meritatamente in testa e se dovesse vincere il campionato lo farebbe con merito. Lo scudetto ai bianconeri rispetterebbe i valori visti nel corso del torneo: gli arbitri in questo caso non c'entrano.

Quali errori ha commesso il Napoli?

Il Napoli mi piaceva da matti. Mi ha fatto molto divertire con il suo calcio frizzante e spettacolare, però a un certo punto gli azzurri hanno pensato che vincere fosse facile. E invece non lo è mai. Non bastava la vittoria a Torino. La Juventus è stata più concentrata e determinata. Mi ricordo, ai tempi della Grande Inter, quando avevamo cali di tensione dopo i successi nelle grandi partite (tipo il Napoli a Torino), Helenio Herrera ci chiudeva nello spogliatoio e iniziava a dirci: "Noi non siamo i più forti! Noi non abbiamo vinto un bel niente! Se non miglioriamo ci distruggono!". Noi ci guardavamo, ci rimanevamo male, ma poi dalla domenica successiva ricominciavamo subito a vincere. Testa bassa e pedalare.

In questo senso i metodi di Allegri assomigliano un po' a quelli di HH?

Sì, nella gestione psicologica si assomigliano.

Cosa le piace di questa Juventus?

La determinazione, la capacità di non perdere la concentrazione. E l'unità del gruppo. Sabato sera li vedevi, che negli ultimi minuti si cercavano, si aiutavano: questi sono valori aggiunti.

Le polemiche stanno rovinando questo successo?

Ma no! Chi vince finisce sempre per attirarsi delle antipatie. I giocatori sanno quando meritano e quando non meritano, mica aspettano i commenti.

Il clima in questi giorni si è davvero arroventato, però.

Ma è sempre stato così. Chi perde cerca sempre delle scuse per non ammettere i propri errori: è umano e naturale. Certo, bisognerebbe avere il senso della misura, ma non vedo niente di nuovo sotto il cielo.

A proposito, il calcio italiano ha disperatamente bisogno del ritorno di Milano: quali segnali coglie da Milan e Inter?

Buoni. Credo che ci siano persone con intenzioni serie e con progetti concreti. Oltretutto mi sembra che la città e i tifosi stiano rispondendo alla grande, sabato sera ero a San Siro e mi ha impressionato.

Era tanto che mancava?

Sì, erano davvero tanti anni che non avevo la prospettiva del campo e sabato sera mi ha fatto battere il cuore».

Forse l'ha fatto battere più forte anche a qualche interista?

Se non hai la personalità per godere di quel pubblico e invece lo vivi come una pressione, allora non sei da grande squadra. E forse qualcuno...