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ESCLUSIVA Ferri: “Conte gran segnale di Suning. Lo conosco, ha scelto l’Inter per il progetto. E Icardi…”

Marco Macca

FCInter1908.it ha intervistato in esclusiva l'ex difensore nerazzurro sull'arrivo all'Inter di Antonio Conte

Il passato non si cancella, certo, ma il futuro è da far venire l'acquolina in bocca. Perché con l'arrivo di Antonio Conte l'Inter e Suning hanno dato un segnale potentissimo a tutto il calcio italiano ed europeo. Come a dire: "Stiamo tornado", o "Inter is coming", per citare un motto tanto caro alla proprietà nerazzurra. D'altronde, la storia, in campo e in panchina, del nuovo tecnico interista parla da sola, e pazienza se in gran parte è stata scritta con i colori bianconeri addosso. Quello che conte è come il nuovo allenatore si calerà nella realtà Inter, e quanto darà alla causa, per riportarla in alto e battere proprio la "sua" Juve, almeno in Italia. "Darà l'anima per l'Inter". Intervistato in esclusivada FCInter1908.it, Riccardo Ferri non ha dubbi: Conte è la scelta giusta per tornare a vincere.

Buonasera Riccardo. Allora, all'Inter ieri è stato il Conte-day. Un cambiamento per certi versi epocale.

E' un cambiamento indubbiamente importante, di livello. Come lo può essere l'arrivo di un giocatore in grado di fare la differenza. E' vero che poi è solo la squadra tutta che può raggiungere degli obiettivi, ma l'arrivo di Antonio alza l'asticella e dà l'idea di dove voglia arrivare questa società, delle sue ambizioni. Arriva un grande professionista e una grande persona. Credo che lui come pochi al mondo riuscirà a dare un'identità alla squadra e un senso di appartenenza che negli ultimi anni non si è molto vista.

Che impressione hai avuto sulle parole di Conte e di Zhang?

Quella di una società che, andando a prendere uno dei migliori allenatori al mondo, ha sicuramente dato un segnale forte; dall'altra parte, le dichiarazioni di Antonio non mi sorprendono, perché sono cose presenti nel suo dna. Vorrà subito dare un'impronta forte all'interno della squadra per lavoro, attenzione, disponibilità, senso di appartenenza. Tanti aspetti che fanno la differenza. Questo è un lavoro che va al di là dell'aspetto tattico. Chiaro che ci vorranno degli innesti, ma è un segnale forte.

Si discute tanto del passato juventino di Conte. Chiedo a te che hai vissuto una situazione simile: rivedi nell'arrivo di Conte all'Inter delle similitudini con quanto accaduto nell'86' con Trapattoni, amando il nuovo allenatore Conte come fatto con il Trap?

Il tifoso dell'Inter è un tifoso che vuole vedere la maglia sudata: vuole vedere professionalità, attaccamento, grinta. Tutto questo è nel dna di Conte. Quindi, magari, ci vorrà un po' di tempo per far sì che il pubblico possa apprezzare quello che è l'atteggiamento di Conte nei confronti del suo lavoro, ma basterà veramente poco. Già dalle prime apparizione, ma ancor prima dal modo in cui lui sta in panchina, che è qualcosa di significativo e trainante per tutti, cambierà tutto. Come ha fatto il suo lavoro in altre squadre, lo farà anche per i colori dell'Inter, ne sono stra-sicuro. Ma, davanti alle grandi capacità dell'allenatore, voglio mettere davanti le sue capacità umane e morali. Sono cose che vanno di pari passo e saranno fondamentali non solo a San Siro, ma anche nelle partite in trasferta.

Al di là di Conte, va dato comunque merito a Spalletti per aver raggiunto, in mezzo a tante tempeste, gli obiettivi posti dalla società.

Ho apprezzato molto l'atteggiamento e il lavoro di Spalletti. Ci si dimentica in fretta delle cose: quando arrivò sulla panchina dell'Inter, c'era uno spogliatoio veramente sgretolato, nelle gambe, nella testa e nello spirito. Lui è riuscito in poco tempo a dare ordine e identità alla squadra, professionalità e tutte quelle cose che servono per creare un team. Quando è arrivato lui, non c'era nemmeno un gruppo. C'erano tanti giocatori, magari anche con un curriculum importante, che però non avevano mai espresso nulla a favore dei colori nerazzurri. Lui, in poco tempo, è comunque riuscito a dare ordine. Di questa cosa gli va dato merito. Poi, ha anche raggiunto gli obiettivi preposti dalla società. Rimane solo il rammarico di non essere andati avanti in Champions e in Europa League e di non aver raggiunto la qualificazione in Champions con qualche partita d'anticipo. Ma se ci sono delle attenuanti, che vanno considerate: i gol che mancano di Icardi e uno spogliatoio che, nell'ultima parte di stagione, si era disunito. Tutto questo ha portato la classifica a non essere consona alle qualità del gruppo.

E' arrivato uno degli allenatori migliori del mondo. Ora serve una squadra all'altezza. Si fanno i nomi, Godin a parte, di Barella, Chiesa, Dzeko e Lukaku. Sono nomi che possono garantire un salto di qualità a questa squadra?

Sono tutti nomi molto importanti. Credo che se Antonio è stato scelto ed è venuto all'Inter è perché c'è una grande unione di intenti. La società ha individuato l'allenatore che può dare un'impronta, ma dall'altra parte c'è un allenatore che ha scelto l'Inter perché c'è un programma ambizioso e importante. La bacchetta magica non ce l'ha nessuno: Conte dovrà cercare di trovare nel minor tempo possibile la dimensione giusta a questa squadra e ci vorrà del tempo. Ma, se è venuto, è perché c'è un progetto ambizioso. E, con questa società, sono sicuro che si potranno conseguire dei risultati importanti.

In un passaggio della sua intervista a Inter tv Conte afferma che i suoi giocatori dovranno avere grande senso di appartenenza e mettere davanti a tutto la squadra. Pensi fosse un messaggio riferito soprattutto a giocatori come Icardi e Perisic?

Sono concetti che lui ha dentro, nella testa e nel cuore. E' uno che quando allena trasmette l'anima, qualcosa di profondo. Lui si basa su questi punti. Trovati quelli, si può giocare in diversi modi e con diversi interpreti. L'importante è che essi siano ben saldi nella testa dei giocatori. Il senso di appartenenza e gli interessi generali sono i codici non scritti all'interno di uno spogliatoio. Senza di quelli, tutto diventa anarchia, tirando l'acqua al proprio mulino, scaricando le cope nelle difficoltà. Se si riusce a trovare queste doti, si parte in vantaggio.

Ce lo vedi Conte a lavorare con Icardi? O per motivi caratteriali e tecnici meglio per tutti che si arrivi a una separazione?

Dipende. Antonio sa fare il suo lavoro e non credo che abbia dei pregiudizi su alcuni giocatori. Quella di Icardi è sicuramente una questione da affrontare, magari anche vis-a-vis prima dell'inizio del mercato, ma penso che tutti i giocatori, se rientrano nei comandamenti di Antonio, potranno far parte del gruppo, altrimenti è meglio che se ne vadano immediatamente, perché non potranno essergli utili. Conosco Conte personalmente, e credo che pensi sempre al bene della squadra. Il bene individuale è relativo.

L'Inter rappresenta la sfida più grande della sua carriera, visto che arriva in un mondo che fin qui è stato opposto a lui. Dato che lo conosci personalmente: credi possa essere in grado di isolarsi totalmente da quello che si dice sul suo passato e calarsi anima e corpo nel mondo Inter e dare tutto per questa causa?

Lui è uno che si cala totalmente nella parte e si immedesima nel suo obiettivo. Adesso ha lo scopo di diminuire il gap con Napoli e Juventus e cercare di essere competitivo per il campionato, costruendo anche una squadra che possa avere un'identità europea. Il passato non conta: ognuno di noi ha qualcosa che può andare in conflitto con altre situazioni. Ma è un grandissimo professionista e un grande uomo e non ha alcun interesse a venire all'Inter e non dare il 100%. Dà sempre l'anima, si vede anche come partecipa alle partite e agli allenamenti. Ci vorrà poco per capire l'uomo e il professionista. Su questo sono molto fiducioso.

C'è da scommettere che non si accontenterà di arrivare secondo o terzo, ma che al contrario punterà fin da subito a vincere...

Giusto che sia così. Siccome è uno che dà tutto, perché si deve porre limiti? Magari puoi arrivare secondo all'ultimo, ma l'obiettivo è essere competitivi fino alla fine ed è questo che vuole lui. Vuole giocarsela con tutti: è un atteggiamento propositivo che lui ha e che altrimenti non lo porrebbe fra i migliori allenatori al mondo.

Si è tornato a parlare con insistenza di un possibile scambio con Dybala. Vedresti bene il numero 10 bianconero in nerazzurro con Conte?

La campagna acquisti sarà decisa da chi ha esperienza e conoscenza nell'allestire squadre importanti: mi riferisco a Marotta e agli altri dirigenti. E' chiaro che Conte avrà una voce in capitolo e sarà coinvolto nelle scelte.

Prima Conte, presto il ritorno di Oriali. Marotta sta dando dei segnali importantissimi.

Nel calcio dimentichiamo facilmente anche il recente passato: Marotta ha un trascorso che parla da sé, basta fare un giro su Wikipedia. Poi, se vogliamo mettere in dubbio tutto e tutti sempre e comunque, facciamolo. Ma abbiamo preso come l'amministratore delegato e allenatore il meglio che poteva offrire il mercato. Tutto è opinabile, ma le conoscenze di questi due personaggi sono importanti. Lasciamoli lavorare e poi eventualmente, tra due o tre anni, li criticheremo. Ma se uno lavora per l'Inter, per quanto mi riguarda è da rispettare. Ma non da giudicare ora.

Curioso e suggestivo che la nuova Inter riparta da Madrid, dove è arrivata la Champions nel 2010. Possiamo spingerci a dire che Conte potrà rappresentare per l'Inter quello che è stato Mourinho e a riportare i nerazzurri ai fasti di un tempo?

La storia di Mourinho è la sua. Mi auguro che Conte faccia la sua storia all'Inter e che un domani possa lasciare un segno indelebile in nerazzurro.