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Barcellona, De Jong: “Inter? Conte avrà in mente qualche sorpresa. Messi ci manca. De Vrij…”

Getty Images

Le parole del centrocampista olandese alla Gazzetta dello Sport

Daniele Vitiello

Frenkie De Jong, centrocampista del Barcellona, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport in vista della gara di Champions League di questa sera con l'Inter. Le sue parole:

Il primo ricordo al sentire la parola Inter?

«Wesley Sneijder e la squadra del Triplete. I nerazzurri non li ho mai affrontati».

Un bel debutto stasera.

«Sì, una partita dura perché l’Inter ha una grande squadra. Sono migliorati molto tecnicamente. Conte è un super tecnico, è stato campione con Chelsea e Juve e ora è partito molto bene: avrà in mente qualche sorpresa, dobbiamo essere pronti. E penso che lo siamo».

Nonostante siate partiti così così.

«È vero che non abbiamo giocato il nostro miglior calcio in diverse partite, faticando soprattutto fuori casa. Al Camp Nou però siamo decisamente forti: con l’Inter dobbiamo vincere anche perché siamo nel gruppo più duro. E pensiamo di poterlo fare, sono fiducioso».

E Messi?

«Ci manca, è normale perché è il migliore del mondo ma anche senza di lui abbiamo qualità e idee sufficienti per imporci, siamo un po’ meno forti ma restiamo un’ottima squadra».

Ha già giocato nelle tre posizioni del centrocampo blaugrana. Confuso? Non abbiamo ancora visto il De Jong dell’Ajax.

«Capisco cosa vuole dire, perché gioco in un ruolo diverso dall’Ajax. Qualsiasi posizione del centrocampo mi va bene e non mi sento confuso: quando sei un buon centrocampista puoi giocare ovunque e ancor di più al Barcellona dove la palla circola in maniera fluida».

Però possiamo dire che sta partecipando meno al gioco? Che la sua presenza qui si sente meno rispetto all’Ajax o alla nazionale olandese?

«Si,è vero. Ma non importa. Quando giochi da 6, davanti alla difesa, sei il primo centrocampista a toccare il pallone, sei molto più servito, partecipi di più e la cosa mi piace. Qui ho giocato in quel ruolo però sono stato usato di più in posizione avanzata e lì è normale toccare meno palloni rispetto a quando stai più basso dove sei chiamato ad iniziare l’azione, perché poi il gioco può svilupparsi in varie zone, non obbligatoriamente quella dove si trovano gli interni».

Si sta ancora adattando?

«No. Non si tratta di abituarsi a una nuova squadra ma di giocare bene».

Ricordi della favolosa Champions League dell’Ajax?

«Gioia è la prima parola che mi viene in mente. Abbiamo sorpreso il mondo e l’abbiamo conquistato anche a livello di simpatia e ammirazione perché eravamo una squadra giovane che giocava bene e ha eliminato Real e Juve. La fine è stata molto triste perché penso che avremmo meritato la finale per la stagione che avevamo fatto. Complimenti al Tottenham, ma quella partita mi brucia ancora dentro...».

Ok, brutto momento. E il migliore?

«Difficile scegliere. Non capita tutti i giorni di vincere al Bernabeu e a Torino specialmente se ti chiami Ajax, però scelgo il Madrid perché è stata la prima grande notte, la prima grande sorpresa, ed è arrivata dopo aver perso in casa».

Chi ammirava da ragazzo, ovvero l’altro ieri?

«Messi. È sempre stato il migliore. E per quello che ho visto è anche il migliore di sempre».

Quindi per il Pallone d’Oro tra il suo compagno Van Dijk e il suo compagno Messi sceglie il secondo?

«Sì. Virgil ha avuto una stagione fantastica, è un giocatore incredibile e una magnifica persona, però Messi per me è il top».

E ora gioca con lui.

«Giocare con Leo è più facile, fa tutto così bene che ti semplifica le cose. Quando ti dà il pallone, arriva con un messaggio, c’è già scritto che cosa ci devi fare, come se avesse le istruzioni e tu devi solo eseguire. E poi vederlo sulla palla fa impressione, anche se non è una sorpresa, sono anni che lo guardo...».

E Ansu Fati?

«Non lo conoscevo. È speciale, perché ha 16 anni e gioca in prima squadra col Barça: non è una cosa da tutti. Ha grande talento ma ciò che più mi ha colpito è la professionalità: io a 16 anni ero un ragazzino qualsiasi che giocava a calcio, lui sembra già un giocatore completo».

A proposito di olandesi, con De Vrij è in contatto?

«Sì, ci sentiamo e non vedo l’ora di sfidarlo. Era contentissimo dell’arrivo di Conte, e mi parla di una squadra solida dove tutti lavorano per gli altri. Penso sia merito dell’allenatore».

Cosa pensa della difesa a 3 dell’Inter?

«Che ha tre grandi giocatori: dobbiamo studiarla bene, individuare dove lasciano spazi e provare a entrare in quei buchi. Se ci sono...».

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