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Berti, lettera d’amore per l’Inter: “Per lei ho corso e mi sono giocato la 8 con Paul Ince”

L'ex centrocampista nerazzurro racconta la sua storia con la maglia nerazzurra fatta di cadute, riprese e record

Eva A. Provenzano

Una lettera d'amore. Nicola Berti l'ha scritta all'Inter e il sito ufficiale del club l'ha pubblicata. C'è tutta la sua storia con la maglia nerazzurra e alcuni aneddoti niente male. Come quella volta quando si è giocato la maglia numero 8 con Paul Ince, con una partita di tennis: "A questa maglia ho voluto così bene che son stato disposto anche a cedere il mio amato 8. È vero, a volte ho giocato con il 4, a volte con il 9, l’11. Ma l’8 era il mio numero. Un giorno arriva Paul Ince, dal Manchester United e dice: “Dell’Inter conosco solo Nicola Berti”. Ovvio! Era il primo anno dei numeri fissi e dei nomi sulle maglie. Allora l’8 ce lo giochiamo a tennis, alla Pinetina. Usciamo dalla gabbia e gli dico: “Paul, sei l’ospite e sei appena arrivato, prendi pure l’8”. Berti... 18!", ha scritto. 

Ha raccontato anche di quella volta in cui un brutto incidente lo portò via dall'Inter per un pezzo e la ritrovò in fase di retrocessione. Con un suo gol la squadra nerazzurra si è salvata: "Sì, ero tornato e con me era tornata l’Inter. Fa specie dirlo, ma ci siamo salvati (anche grazie a un altro mio gol, contro la Roma). Pensate la genialità: Mai stati in B, grazie a Nicola Berti!", ha anche sottolineato l'ex centrocampista interista.

E ha ricordato l'Inter dei record: "Poi di corse, per l’Inter, ne ho fatte tante. Lo scudetto ’89 lo abbiam vinto nelle prime giornate. Alla quarta 2-0 a San Siro contro la Roma: segno il gol del vantaggio. Alla quinta arriva la Samp di Vialli e Mancini. Andate a rivedervi il gol: volo, letteralmente, supero Matthäus che corre e va a concludere, mi fiondo sulla respinta di Pagliuca e segno. 1-0. Due vittorie pesantissime, il segnale che quella squadra era la più forte, da record". 

Infine della volta in cui aveva lasciato l'Inter per andare a giocare in Premier: "È stato lungo, il viaggio, prima di rimettere i piedi dentro San Siro. Mi ha portato fino dall’altra parte del mondo. Ma mancava un pezzo, tutto doveva tornare al proprio posto. Arrivo al Meazza una domenica, accompagnavo una scuola calcio. Mi sistemo al primo arancio e in un attimo capisco che tutta la Curva Nord si accorge della mia presenza. La partita scorre, i tifosi non fanno altro che guardare me e intonare. “E facci un gol, e facci un gol, Nicola Berti facci un gol”. Mi hanno ridato tutto. E ancora oggi per strada, ovunque, sento l’affetto, cammino tra l’entusiasmo che non finisce mai degli interisti che sanno che ho corso per loro, che per loro mi sono fatto male e mi sono rialzato. Che ho vinto per loro, ho vinto per noi, interisti". 

(Fonte: inter.it)

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